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Abisso Faraone: gallerie infinite!

Giovedi 30 agosto
Rieccomi sul Camel Trophy della Fanaccia con la mia fida Scenic 4×4 ormai bollita: con me ci sono Mauri, Frizzi, Marta e Francesco da Genova, primo straniero al Faraone e già fratello dell’ultima Samar.
Obiettivo continuare ciò che i ragazzi hanno trovato nell’ultima delle due punte che mi sono perso ad agosto. La curiosità di vedere cosa hanno combinato da -350 in giù però viene presto interrotta da un paio di armi atroci. Un P.15 ed un P.50 violentati dal nostro Pepito Jury. Le mie bestemmie puntuali riecheggiano nel buio con Frizzi e Mauri (bastardissimi) che si nascondono gustandosi la scontata reazione del Pota…
A -430 un piccolo pendolo ci deposita in galleria, anzi nella sua furiosa corrente d’aria, talmente tanta da farti mancare il respiro! A monte la volta scorsa i gnari hanno letteralmente corso senza imbrago per 30-40 minuti senza guardare bivi, senza che quei tubi smettessero di moltiplicarsi; a valle ci andiamo oggi. Direzione ovviamente Fanaccia, 7 km di labirinto anch’esso frutto della brescianità apuana.
Siamo nel freatico impazzito. Impaziente parto rimontando una facile ma esposta rampa senza praticamente dare il tempo a Frizzi di tenermi la corda. Poi una risalita da 8 metri, facile se non fosse la Regina di tutte le Frane, porca p…..a!
Da sopra in poi avanziamo per quasi 2 ore continue di cammino, sospinti dal vento in poppa. Qualche cordina per superare i capriccetti delle schiene d’asino ma sempre alla stessa quota. E’ incredibile quanto ci stiamo spostando, continuiamo a ripeterci ormai quasi nauseati da una sezione sempre comodissima: 2-3m x 3-4 costanti. Così per oltre un chilometro fino ad una diaclasi, p.50 che continua ma soprattutto un camino dal vento impossibile.
Lungo la strada lasciamo una quantità di bivi, visti per almeno 500 metri, da riempire qualche punta: sappiamo bene che la nostra Fanaccia è lì sotto!
Mentre lo stoico Mauri con Marta e Francesco (puniti per un pessimo the) si sparano ben 6 ore di gelido rilievo fino al Pendolo, io e Frizzi proprio dal pendolo iniziamo la seconda parte dell’avventura: continuando la serie di pozzi del Faraone sbuchiamo lungo una bella forra nei marmi; un paio di arrivi la trasformano presto in un collettore. Dietro quella curva ci siamo, urlo! Ma ad aspettarci ci sono i grezzoni portasfiga che ci ricondurranno a dimensioni spesso scomode per poi puntualmente spalancarsi sulle cascate. Una da 20m assolutamente fantastica.
Comunque niente male il ramo: oltre 300 metri di sviluppo con 100 metri di corda ed altimetro che vanno di pari passo! Ma il bello attende i due marinaretti dietro l’ennesima ansa: una fessura allagata da incubo.E’ finita, penso. Una dozzina di metri larghi una spanna, alti 3 spanne di cui una d’acqua…
Solo l’astinenza da grotta, mischiata alla demenza senile, fa scattare in me il delirio di onnipotenza per infilarmi in quella che definirò la Prostata del Faraone. Frizzi mi aspetterà schifato mentre il mio fianco sinistro, spalla e gamba, assorbono metà dell’attivo a 4 gradi…
Seguendo l’aria e l’adrenalina scendo anche un P.10 molto esposto, lame a strapiombo sotto cascata, proprio come si faceva ai tempi migliori… Poi ancora saletta, meandro, passaggi. A -530, mi fermo su un pozzetto, pensando di lasciare qualcosa anche per la prossima volta…
Che punta, gnari! Proprio come ai tempi migliori…

Matteo “Pota” Rivadossi

il P.3 alla fine del cunicolo della Lucida Follia

una sezione della gallerie percorse per 1500 metri

scendendo uno sfondamento della galleria

nelle sezioni più piccole della lunghissima galleria il vento è insopportabile

uno dei tanti sfondamenti della galleria

Marta e Francesco, autori dei the più squallidi d'Apuane

Frizzi non pare convintissimo del proprio frazionamento...

lungo la forra del ramo attivo


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