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Al vecchio fondo dell’Omber: la risalita di Yotanka Tatanka 27 anni dopo

Con l’intento di migliorare e completare la topografia dell’Omber, sono circa 3 mesi che si è ripreso a ri-rilevare il nostro “papà”… in virtù del fatto che la maggior parte dei dati, appuntati su fogli di campagna a iniziare dal nostro predecessore Allegretti, sino alla fine degli anni ’90, sono andati persi o finiti nell’oblio in scantinati di qualche vecchio socio.
Approfittando di questo periodo di secca, sabato 23 marzo decidiamo di andare a rimisurare le gallerie terminali, ma non solo: l’altro obiettivo è risalire il grande camino del vecchio fondo (Yotanka Tatanka) per verificare se ai primi esploratori fosse sfuggito qualcosa, considerato che trent’anni fa erano muniti di impianti di illuminazione decisamente più deboli degli attuali.
Siamo in 8 davanti all’ingresso, 4 soci del GGB + 3 svizzeri del Canton Ticino amici del Pota, e Max di Underland.
Alle 10:30 ci inabissiamo a passo tranquillo e, senza particolari intoppi, procediamo verso il basso.
Una tappa per controllare la perdita d’acqua di sala Allegretti, una al sifone a monte della forra di Delirio e poi avanti, verso il vecchio fondo.
Anni fa uno dei nostri soci trovò alla base di Yotanka Tatanka un moschettone segato a metà… indizio poco rassicurante per riutilizzare le vecchie corde in loco… Tuttavia il primo tiro (30m circa) sembra messo bene, trovandosi lontano dall’acqua che scende dal grande camino. Pota e Mauri testano, in due sulla corda, gli ancoraggi; tocca poi allo snello Floriano risalire per primo, riattrezzando con corda e attacchi nuovi. Una volta arrivato al fraz sembra tranquillo nel comunicarci che i moschettoni sono di colore verde (verde??), che della corda che traversa verso il secondo tiro ne rimane metà e che il frazionamento successivo è saltato…
Mentre traffica con placchette e attrezzi vari, si sente qualcosa di metallico piombare giù… tranquilli: è solo la sua maniglia!
Lo raggiunge il Pota a fargli sicura fino alla cima, e, saggiamente, mettono qualche protezione supplementare. Dopo aver risalito anche il secondo e terzo tratto (Freddy Krugher, circa 30m, e Vanna Marci , da 25m), ormai a circa 100m di altezza fissano la nuova corda all’inizio dell’unico cunicoletto in arrivo: l’Avara Befana.
Controllano bene tutto l’ambiente, ma già 27 anni fa al giovane Pota non era sfuggito proprio niente… purtroppo nessun altra prosecuzione.
Stessa sorte tocca al camino bianco, un fusoide di circa 20m che si trova poco più a monte di Yotanka Tatanka: in cima all’arrampicata il camino si chiude inesorabile con una cupola e poca acqua che fuoriesce da una fessura larga due dita.
Mentre Pota, Floriano e Sarah sono intenti nelle arrampicate, Mauri, Max e Vicky, partendo dalla base del vecchio fondo, si dedicano al rilievo.
Dopo un’oretta vengono raggiunti dai due amici svizzeri Marina e Roberto (mai stati in Omber…), che si erano fermati a riposare e a riprendere le forze per il ritorno. Sorpassano i 3 con l’intento di uscire da soli… speriamo non si perdano!
Verso mezzanotte e mezza, i rilevatori vengono raggiunti nei pressi della zona di passaggio dalla galleria di Incubo 1 a quella di Incubo 2, dalla “squadra arrampicata” e, poco dopo (all’inghiottitoio), con oltre 1 Km di rilevato, chiudono i loro foglietti di campagna.
Arrampicatori e rilevatori si compattano poco prima di Dune, e da lì proseguono senza troppe soste, ma dei 2 amici svizzeri ancora nessuna traccia!
Finalmente, poco prima del P 25 (ormai, a -90, quasi fuori), si sentono le loro voci. Bravi davvero perché è facile perdersi in Omber andando a finire in postacci…
Ore 8 di domenica: il sole ha da poco fatto capolino sull’altipiano e i suoi raggi penetrano per qualche metro nell’ingresso; una bella sberla di luce calda ci accoglie all’uscita come giusto premio dopo lunghe ore al freddo e al buio.
E’ sempre un bel viaggio arrivare al fondo dell’Omber; Max, anche lui mai stato fin là, ne esce entusiasta e affascinato dalla bellezza indiscussa di Delirio, una forra ad andamento sub-orizzontale, bianca, pulita, con molteplici anse, laghetti e marmitte spettacolari.
Complimentoni a Floriano e al Pota che, prendendosi qualche rischio, hanno risistemato la storica verticale.
Omber è bello

Vicky

A seguire fotografie della splendida Forra di Delirio e della risalita dei camini terminali


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