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Alive, i sopravvissuti…

Calbiga, mercoledì 22 Aprile ore 0:45

Oggi, cioè ieri visto che è passata da poco la mezzanotte, è stata una giornata molto intensa. Diciamo pure ad alta tensione ma, come recita il proverbio, tutto è bene quel che… Sceso il pozzo da 50 m di Ludi Bito sotto una bella cascata che ieri per esempio non c’era, arrivati alla confluenza con il rombante fiume ci siamo divisi in due squadre: io, Lorenzo e Lillo a monte visto la teorica maggior acquaticità, gli Abbagnale (Guido, Frizzi e il Gnaro) a valle. A monte nuotiamo per 3-400 metri per poi risalire delle spettacolari rapide: anse ciclopiche e laghi poi stop su sifone 20 x 20 m ad un chilometro circa dalla confluenza. Tornando indietro imbocchiamo una galleria ventosa pur essendo di 10 metri di diametro! Di corsa per 700 m poi tutto finisce in una condottina da claustrofobia: 1 metro per 40 cm con tre quarti della sezione allagata. Lillo arrivato alla fine alza la testa dove chiunque avrebbe dato chiuso. Oltre una strettoia troppo severa per permettergli di passare ma generosa a regalargli la luce irreale della base di un pozzo esterno. Io, modello contorsionista, avrò la fortuna di arrivare sotto quel lucernario dalla foresta e di continuare ancora 300 m che vanno.
Tornato dai ragazzi per la topografia, altra deviazione al primo bivio. Una grande galleria ci inghiotte per 500 m fino ad un maestoso portale (il terzo ingresso!)che dà sul fondo di una depressione forestata di incredibile bellezza. Appena fuori con il naso nel tentativo di prendere la posizione gps, si scatena un violento acquazzone. In pochi minuti dalle pareti verticali della dolina spuntano almeno quattro diverse cascate. Rileviamo con un pizzico di tensione perché inseguiti dal rumore di quello che ormai è un bel torrente ben sapendo che ciò non potrebbe mai costituire un vero problema viste le sezioni più che generose del nostro ramo. Arrivati però al fiume abbiamo la sensazione che da un momento all’altro potrebbe arrivare l’onda di piena. Pochi minuti e la cascata che volevo fotografare vomita una specie di Zambesi. Ok, raga. Via tutto e fuori inaugurando il nuovissimo ingresso.
Il pensiero di cosa abbiano combinato a valle ci perseguita mentre con il magico Gps arrampicando, attraversando palmeti, canne, spine e campi di ananas, ritorniamo al primo ingresso. Ha ormai smesso di piovere ma le due cascatelle del p.50 sono impressionanti. Una fettuccia a mo’ d’imbrago e giù tra i flutti mentre Lorenzo aspetta qualche novità. La galleria bassa che porta alla confluenza è aperta ma quando arriviamo appunto sul fiume e incontriamo Joni e la guida rintanati in un fossile senza che nessun segno degli altri, iniziamo letteralmente a farcela addosso.
Otto forse più metri cubi al secondo: io e Lillo decidiamo di provare ad andargli incontro. Dopo 400 metri stop: non ha più senso rischiare. La corrente è davvero ingestibile. Mi sento completamente inerme mentre guardo quel fiume verde che sparisce nel buio e nella nebbia dei sensi di colpa. Lillo è certo che stiano tranquilli da qualche parte ad aspettare che scemi. Io sono più teso.
Quando decidiamo di ritornare verso l’uscita alcuni passaggi sono al limite. Per raggiungere Lorenzo poi la nostra guida mi indica una parete verticale verde che è la sua normale via d’accesso al fiume quando va per pescarci anguille: 20 metri free di quarto superiore! Ok, Lorenzo e i due filippini partiranno di corsa per prendere corde e carburo a Calbiga, io ad aspettare con Lillo alla confluenza.
Ore di attesa sentendo boati, sbuffi di vento e sperando nei passi dei compagni. Niente, solo i primi brividi che anche l’acqua tropicale è capace di regalarti.
Sono le 19 quando Lillo urla “luce!”. Gli voliamo incontro: è Frizzi. Tutto ok, tutto ok che ci inonda di immensa gioia, di serenità. Riesce anche a dirmi che giù continua alla grande. Va bene ma gli altri?
Guido e il Gnaro sono appena dietro con le facce tipiche dei dipendenti da anfetamina.
Uscendo di corsa alla base del primo pozzo pesto un pitone da 1 metro e 80: Lillo che segue salta come una rana mentre dai flutti davanti a noi sbuca Lorenzo che non si capisce come possa già essere di ritorno. Gli urlo la buona notizia. Urla anche lui, forse anche per 2 zaini appesi sotto e 200 metri di corde. La sua gioia diventa l’acetilene che non si spegne nemmeno sotto cascata. Fuori nel frattempo è arrivata dal villaggio una sorta di squadra di soccorso: anziani ma anche ragazzini encomiabili con borsetta a tracolla, ciabattine o stivali di gomma, torcia legata di lato sul cappellino. “Salamat, Salamat, gente di Panayoran! Warai problema!” e adesso andiamo tutti a berci delle San Miguel.

Ah, non vi avevo ancora detto che oggi la spedizione, senza sapere ancora il risultato della squadra francese che dovrebbe uscire domani dalla foresta, ha raggiunto quota 9200 metri esplorati! E domani altre novità, pare.
Ma ciò che ha dell’incredibile è che gli ultimi 4 km sono stati scoperti tutti a due passi da Calbiga! Incredibile ancora aver trovato addirittura il tratto a monte, ancora sconosciuto, del collettore di Langun! Bello, bello, bello.
PS quando Guido ha finito la cura di fosforo, vi prometto anche delle belle immagini, a presto

Pota


Il P.50 di ingresso di Ludi Bito


La sq dei fratelli Abbagnale: Guido, Frizzi e il Gnaro (Claudio)


L’ibingan o cobra delle paludi


Pipistrello


Speleomotard

Potete mandare un SMS gratuito ai satellitari della spedizione (881631649730) tramite il sito www.intermatica.it entrando nella sezione MobileLine > Invio sms > a telefono Iridium


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