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Breve visita all’Abisso Roversi

Vicky<<pronto Thomas? E’ ancora armato il Roversi? Pensavo di farmi un giro durante il ponte dell’Immacolata>>.
Thomas<<Proprio in quei giorni avremmo intenzione di disarmare.Dovremmo essere in 19>>.
V<< posso aggregarmi?>>
T<< certamente! io entrerò la domenica mattina; gli ultimi usciranno lunedì sera o martedì mattina.>>

V<< Vai! arriverò domenica sera causa impegni lavorativi; recupererò qualche speleo dalle mie parti ed entreremo lunedì mattina>>

(Thomas, uno speleoamico di Lucca, ha partecipato a tutte le punte di riarmo del Roversi accompagnando lo speleosub Pedrali e tutto il suo materiale sul fondo; operazione organizzata dai cosiddetti “Speleo Mannari”).

Riesco a convincere Dario ed il Pirlo, ma, il giorno prima della partenza, quest’ultimo ci ripensa e, per avere una buona scusante, si tira la roncola sul ginocchio. Ospedale. 3 punti di sutura.
Domenica tardo pomeriggio io e Dario partiamo con la gippetta del Pirlo alla volta di Gramolazzo dove ci aspettano due speleo (Giulio Cesare e Naitis) per accompagnarci fino al bivacco Aronte. Dopo qualche convenevole (ossia grappe..) partiamo; loro avanti e noi a ruota. Dopo la galleria inizia lo sterrato che porta alle cave della carcaraia. un nome questo che si associa al marmo più rinomato del mondo, in una zona carsica frequentatissima dagli speleologi dato che, non a caso, è culla della maggior parte dei -1000 Italiani. Durante la salita si sente un odore di bruciato nell’abitacolo che va’ e viene. Speriamo che l’auto del Pirlo non ci abbandoni proprio qui…Le nostre preoccupazioni si trasformano in risata quando, una volta giunti sul passo della Focolaccia,Naitis confessa di esser salito col freno a mano tirato!  Siamo a un minuto di cammino dal bivacco e 10 minuti dall’Abisso più profondo d’Italia. Neve e ghiaccio assenti: fa relativamente caldo.
La mattina seguente io e Dario ci prepariamo e, sul sentiero di avvicinamento, incontriamo Thomas e Rolan appena usciti. Dei 19 speleo previsti sono entrati solo in 6: i restanti hanno bidonato. Di questi 6 solo in 3 hanno raggiunto il fondo, gli altri  si sono fermati poco prima.
Hanno disarmato la parte bassa, portando tutto il materiale (comprese le bombole di Pedrali) al campo di -800.
Loro due sono usciti di volata, mentre gli altri se la son presa con calma e stanno salendo lentamente.
Alle 11 entriamo: la strada è semplice e non c’è pericolo di perdersi. E’ armato tutto in doppia corda fino a -430 e, nonostante le corde siano molto lente, in 2he20′ siamo in testa al grande pozzo Mandini (p310!).
Nell’arrivare incontriamo uno dei quattro, che è appena risalito.
Tempismo perfetto, penso. Ma lui , prima di ripartire verso l’uscita, ci gela: gli altri 3 sono ben indietro: forse hanno appena attaccato il pozzo … scendere subito non ha senso, bisogna aspettare che tutti risalgano… almeno 3 ore.  Nell’attesa uno di noi due (si dice il peccato e non il peccatore…) si diverte a tirare in faccia all’altro il fango appiccicato tra le pulegge del discensore, scoprendo cosi’ di averle consumate fino alla vite. Conveniamo quindi che è meglio non scendere oltre!
Finalmente si sentono gli altri, mi affaccio sul grande vuoto e faccio sentire la mia presenza: da bravi mannari loro rispondono a ululati.
Il primo che appare sembra abbastanza provato: mi dice solo il nome, poi silenzio… lentamente svuota il suo sacco ed estrae  anche un bel paio di ramponi. Ramponi ??!
Arrivano anche gli altri e, dopo alcuni minuti di sfotto’ sull’utilita’ dei ramponi a -1000, iniziamo a risalire, aiutandoli nel recupero di qualche sacco e di un po’ di materiale.
Appena iniziamo l’ascesa, a uno di noi due il bloccante ventrale (anch’esso finito come il discensore), si scheggia, trasformandosi in un’affilato apriscatole. Con calma alle 21:30 siamo tutti quanti fuori e ci precipitiamo al caldo del bivacco.
Dal passo della Focolaccia godiamo di uno splendido panorama: a Ovest il versante scosceso termina sulla breve piana della Versilia per poi tuffarsi nel mare; a Est tutta la zona della Carcaraia con la Garfagnana a fare da sfondo. Luogo incantevole.

Tre morali imparate da questa punta:

1 se si ha intenzione di scendere a -1000 bisogna avere il discensore con le pulegge e qualche millimetro di spessore sul bloccante ventrale.

2 se si decide di portare i ramponi a -1000 non ci si potra’ poi lamentare per le prese per i fondelli, che potrebbero protrarsi anche per anni.

3 se non ce la si sente di andare in grotta, non occorre autolesionarsi con la roncola.

Vicky

il bivacco Aronte

Cresta ancora incontaminata...

... cresta distrutta dalle cave

la marmifera

avvicinamento

verso il Tambura

selfie all ingresso

ho finito il discensore!

provato all'uscita... sara' forse anche per il peso dei ramponi?

Bresciana, Triestino e Mannari

l'incredibile lastricato della marmifera


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