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E la Fanaccia va!


Ingresso

“ Ma quando ci portate in Fanaccia?â€?
Per gli speleo più irriducibili anche la scusa di accompagnare in “gitaâ€? qualche ex allievo diventa un pretesto per inventarsi una bella punta esplorativa.
“Ti ricordi quella frattura la in quel posto che abbiamo sempre attraversato e mai sceso?…gia che ci siamo buttiamoci l’occhio!â€?

La punta comincia (Sabato scorso) all’autogrill con l’incontro (ovviamente casuale) di Don Mazzi, il quale augura agli speleo buona giornata. Da questo momento iniziano una serie di piccole sfighe: dall’auto che fa le bizze, al trapano che non funziona, per arrivare via via alle corde che non sono più dove dovevano essere: “grazie Don Mazzi!”
La frattura invece c’è, eccome ed, oltre ad esser li da milioni di anni, ha anche un aspetto assai interessante.
Si riesce a scenderla per una trentina di metri fino ad un grande terrazzo. Da questo punto l’ambiente si allarga notevolmente ed il pavimento, quello vero, è assai più in basso. Il faretto da 100 W non riesce a scorgerlo e la prova del sasso sentenzia un cinquantina di metri di profondità.
La corda però è poca e non resta che rimandare la discesa alla prossima volta.

Degna di nota è la partecipazione alla punta del Ciro (la vittima scampata alla rottura della corda in Omber due settimane fa) che ha deciso di esorcizzare la fobia della corda rotta lungo i pozzoni della Fanaccia: c’è riuscito. Complimenti!

Gianni Garbelli (dal racconto del Frizzi)


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