Gruppo Grotte Brescia http://www.ggb.it Wed, 23 Aug 2023 09:25:50 +0000 en hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.2 SAMAR 2023: Un’altra spedizione perfetta http://www.ggb.it/samar-2023-un%e2%80%99altra-spedizione-perfetta http://www.ggb.it/samar-2023-un%e2%80%99altra-spedizione-perfetta#comments Wed, 23 Aug 2023 09:13:13 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=5133 Ho aspettato forse troppo a scrivere questo report finale, tanto che ora è lievitato a racconto breve. Ma volevo farlo a bocce ferme, fuori da quella bolla di delirio esplorativo in cui abbiamo vissuto un mese semplicemente indimenticabile [...]]]> Ho aspettato forse troppo a scrivere questo report finale, tanto che ora è lievitato a racconto breve. Ma volevo farlo a bocce ferme, fuori da quella bolla di delirio esplorativo in cui abbiamo vissuto un mese semplicemente indimenticabile. Troppo intenso, per essere compresso in poche righe: agli intrepidi quindi, buona lettura!

Una brutale sintesi numerica racconterebbe dei 18,7 Km di esplorazione di cui 16,8 rilevati da 5 disperati e marcanti visita a turno, in soli 22 giorni di attività svolta tra il 16 marzo ed il 17 aprile. Risultato che, ancora una volta, si colloca tra i massimi mai raggiunti da speleo italiani all’estero.
Ma Samar 2023 è stato molto di più di un mero bottino esplorativo quanto un’appassionante avventura che ho condiviso con dei compagni d’eccezione. Come l’inaffondabile geologo Guido Rossi (Gangialf), il fraterno Stefano Lillo Panizzon, la quota rosa nonché mascotte – nonché quinto uomo – Teresa Lecchi (Peppa), l’amico sloveno Matiaz Bozic (il diversamente speleo) e, per buona parte, anche con gli amici filippini Joni Bonifacio e Daryl Comagon.

Dopo la classica no-stop che inanella volo internazionale, notte a Manila e volo su Tacloban con i successivi 150 km di furgone fino alla lontana caotica Catbalogan, i primi giorni non sono stati certo facili. Passati tra la topaia del Rosengarden Hotel e la casa campo base di Joni, ad acquistare ed insaccare cibo e materiali in un’asfissiante calura sotto il peso dei dubbi circa una zona carsica completamente nuova. In città condivideremo mango shake e presentazioni ufficiali presso il surreale DERN con gli amici francesi capitanati da Paul Marcel, anch’essi a Samar per un’altra spedizione.

Lunedì 20 marzo, al quinto giorno di viaggio, è finalmente azione: stipati in un van della speranza, siamo arrivati alla fine della strada in piena notte cercando Mabini, anonima barangay posta ad una decina di metri sul livello del mare nell’entroterra di Basey, cittadina nel sud di Samar famosa per il suo celeberrimo Sohoton Natural Bridge e relativo parco naturale. Qui la proverbiale ospitalità filippina ha compiuto il miracolo di sistemare cinque stranieri ed un filippino stracarichi di materiale nella lussuosa saletta comunale. In un attimo il buio, il peso dei sacchi e lo stress di mesi sono svaniti davanti a vari litri di San Miguel. Mentre i racconti delle mama caves a 20 minuti dal villaggio, spuntate già dai primi racconti, ci catapultavano nell’avventura vera.
E l’indomani non potevamo che iniziare col botto, purtroppo senza Guido e Joni, costretti ad un ennesimo yo-yo di 300 Km per sbrogliare il groviglio dei permessi civili e militari, tutt’altro che effettivi… Proprio passeggiando attorno a Mabini, a soli 6-700 metri in linea d’aria dal breve ma celeberrimo traforo di Sohoton, già meta turistica naturale più famosa di Samar, nei primi 5 giorni abbiamo esplorato l’enorme sistema di Bugasan Cave: oltre 5 km di gallerie percorse dall’omonimo fiume con portate in magra fino 7-8 metri cubi al secondo! Persi urlando nelle sue gallerie, per lo più attive e larghe fino a 30 metri, siamo riusciti a perdere la parola al cospetto di tanti incredibili lucernari come la meravigliosa sala di Games of Thrones o la sorgente incantata addirittura navigabile dal mare!

Da avvincente romanzo speleo è ancora vivida l’emozione della giunzione con Hubasan Cave effettuata passando dal suo Cenote attraverso un minuscolo duck chiusosi un’ora dopo! Ci siamo collegati al tenebroso sifone terminale del complesso sbucando tra enormi tronchi e paure per poi scoprire al ritorno il suo grande delta sotterraneo uscendo alla luce della sorgente principale! Senza parole, chiudendo gli occhi come ad imprimersi quegli spettacoli nella memoria. Mentre vagavamo nei suoi vuoti lottando per l’equilibrio tra fango, guano e le lame affilate, mentre si nuotava contro corrente, perdendoci nei saloni o cercando di non annegare nei passaggi semi-sifonanti.
Difficile spiegarsi un labirinto di simili dimensioni del tutto epidermico contenuto in 50-70, massimo 100 metri di copertura, la cui sorgente è praticamente sul livello del mare e a due passi dagli unici turisti di Samar! Ancor più assurdo aver percorso oltre 5 km quando la distanza in carta tra perdita e risorgenza era giusto 500 metri!
Ma la cosa più strana notata in Bugasan è stato il suo funzionamento idraulico, costituito da varie difluenze interne che in magra facilitano sì la progressione portandosi via gran parte dei 7-8 metri cubi ma che, in caso di un ben che minimo aumento di portata, sono pronte a riversare la portata originale, accresciuta di varie volte, direttamente nel tratto principale! Una trappola mortale che mai avevo incontrato.

Le segnalazioni di altre grotte nel frattempo non tardano ad arrivare: lungo il poderoso Bugasan River, più a monte del complesso, veniamo condotti al cospetto di due differenti spettacolari trafori con portali alti 50 metri e larghi fino a 40, tunnel contenenti a loro volta due differenti traversate affluenti lunghe 500 e 1000 metri.
La cavità più lontana con oltre di 3 ore di avvicinamento si è rivelata anche la più colossale: Manaba Cave, un segmento fossile di soli 500 metri ma dalle dimensioni XXL e concrezioni da calendario. Quasi sicuramente un relitto del vicino Sohoton River.
L’attività attorno a Mabini è continuata frenetica per ben 10 giorni. La guida Romolo, calatosi in una professionalità da intellettuale giapponese, ha snocciolato target giornalieri da un chilometro costringendoci agli straordinari tanto amati: sveglia all’alba, colazione con caffè, riso, pollo o maiale, da una a tre ore di marcia, 2-3 grotte da esplorare, rientro, cena, stesura rilievi e copia foto e dati, report da inviare in Italia e qualche ora di sonno prima di ricominciare da capo. “Dateci oggi il nostro chilometro quotidiano…” era il nostro mantra.
La cosa assurda è che, arrivati a quel punto, belli spremuti da 10 Km di rilievo nonostante febbri, tagli e suture, abbiamo dovuto organizzarci per il campo in foresta verso gli obbiettivi principali. In pratica la spedizione vera e propria doveva ancora cominciare!

All’alba del 2 aprile abbiamo lasciato molto malvolentieri il lusso di Mabini con 30 chili sulle spalle, 4 portatori ed un bufalo; sudando per varie ore attraverso sentieri, trincee da carabao, guadi e foresta fitta fino alla remota e sguarnita Romeo Farm dove piantare la nostra tenda.
Solo qui uno stranito Mike, il terzo filippino aggiuntosi da un giorno, dopo un avvicinamento con cappellino e casco indosso, ci salutava molto prudentemente valutando che il campo non possedeva nemmeno gli standard filippini…
Il pomeriggio stesso dell’arrivo a Romeo Farm, con una nuova guida proveniente dal villaggio di Bagti, abbiamo esplorato la sorprendente risorgenza di Teipoporog, affluente del Bugasan River: quasi 2 km di grande forra ventosa risalendo il fino ad un enorme salone in cui si getta una cascata di una ventina di metri sul nero basalto. Certamente scalabile, ma non in quella occasione, visto la topografia infinita che ci aspettava con un laborioso rientro notturno. Per di più i local sembrava conoscessero il relativo ingresso alto che scopriremo coincidere con il primo dei nove inghiottitoi segnati sulla carta da Guido.

Accompagnati dal simpatico Illuminado, cacciatore di Bagti, i giorni seguenti, lottando a turno ancora con la febbre fino a trovarsi in un caso con una squadra da sole due persone, sarà un susseguirsi di chilometrate di grotte fossili come Iyo Cave dove dovremo camminare su spiagge di pisoliti o le tenebrose risorgive in cui nuotare per centinaia di metri come Maangit Cave (Grotta della puzza di guano…) fino a sbucare alla base di un colossale sotano profondo ben 150 metri. Il più grande ingresso mai visto in una quindicina di spedizioni in Filippine! Un volume da qualche milione di metri cubi la cui luce, per assurdo, è stata clamorosamente scambiata da Guido per quella di un ingressino secondario alla fine di una stretta e concrezionata diramazione esplorata due gironi prima dalla Iyo Cave…

Nel frattempo, già orfani di Daryl e Joni (quindi degli unici traduttori!), ci lasciavano anche Lillo (che doveva rientrare una settimana prima) e Guido febbricitante. Al campo rimarremo presto solo io, Terry, Matjaz e il nostro cuoco, raggiunti da varie guide che si alternavano giornalmente.
Un altro colpaccio è arrivato proprio a questo punto con l’esplorazione dell’inghiottitoio di Teipoporog alla quale non voleva mancare nemmeno Matjaz, affidatosi a ben tre tachipirina 1000 mg dopo la febbre a 40,5° avuta poche ore prima! Un duro avvicinamento di due ore poi ancora mezz’ora lungo il fiume omonimo fino al crollo dell’ingresso. Da un enorme salone (circa 100 metri per 50 di larghezza), siamo arrivati sul collettore e quindi al bordo di una cascata che evidentemente non era quella alla base della quale ci siamo fermati entrando dalla sorgente. Nel vento e nella corrente ho messo il primo di vari spit a mano tra concrezione e basalto con le nostre tre guide affacciate impotenti mentre noi scendevamo nella nebbia buia tra i flutti.
Dalla prima C20 una rapida poi una C25 inclinata a cui seguiva una impressionante C45, tutte sul nero basalto. La sensazione vivida di essere risucchiati da quegli ambienti, da Papuasia più che da Filippine. Le corde scarseggiavano al punto che, in un paio di occasioni, abbiamo dovuto toglierle per usarle più sotto… Ma possibile dover scendere così tanto, ci siamo chiesti? Dubbi, tensione e qualche azzardo in un fragore assordante e nebulizzato quasi schizofrenico.
E’ stato con sollievo che sul bordo dell’ultima C20 abbiamo riconosciuto il salone raggiunto dal basso. Ci rimanevano giusto 30 metri di kevlar da 5 mm per poterla scendere gridando giunzione. Poi laggiù in tre ci siamo abbracciati in un altro ricordo per sempre.

Un ultimo giorno con l’esplorazione di alcuni segmenti attivi nei dintorni del campo di Romeo Farm ha chiuso dei giochi ormai al limite per le nostre forze. Permettendoci però di capire qualcosa in più di della complessa idrografia sotterranea esplorata. Ma è stato soprattutto grazie alle improbabili mappe discusse con i local e alle loro indicazioni che abbiamo avuto la conferma del grande inghiottitoio numero 9 (non raggiunto perché posto molto più a monte del grande sotano) come inizio del nostro Bugasan River, asse idrografico di tutta la regione. “Next time!”, ci ripetiamo con gli occhi lucidi.

Impacchettato tutto, l’indomani 8 aprile il rientro a Mabini, alle birre e al wi-fi sfiorando un nubifragio cattivo da 24 ore di pioggia continua che ha portato il fiume a lambire la nostra cucina. Ciò nonostante nei due giorni successivi daremo fondo alla nostra migliore abnegazione, facendoci accompagnare ad altre grotte incuranti di fango e piene. L’importante fossero “dako”, cioè grandi…
Il destino di finire all’ingresso Ibingan del complesso di Bugasan Cave, ci ha permesso di aggiungere altri 500 metri lungo un tranquillo affluente, appena al riparo degli spaventosi 30 metri cubi secondo che scorrevano sotto di noi.

Quale momento migliore per lasciare anche Mabini? Ormai il livello di piena ed il meteo capriccioso non avrebbero permesso granché, oltre ai rassicuranti 17 km esplorati! Abbracciammo così un Romolo commosso per la maglietta di spedizione, i porter, la barangay capitain e tutti i consiglieri giurando loro di tornare a breve. Assistendo ancora una volta alla magia di condividere un’amicizia fraterna mentre la mattina del 10 aprile le moto stracariche dei nostri sacconi ci portavano via, direzione Catbalogan.

Con Guido impegnato assieme a Paul Marcel e Joni nella conferenza con il DERN a Tacloban 100 km più a sud, io, Terry e Matjaz ci regaleremo gli ultimi due giorni pieni di attività nella zona di Lobo Cave. Ancora 1500 metri quasi equamente divisi in tre traversate attive incredibilmente scappate nella spedizione del 2006 tra i campi di ananas ed i fiumi carsici. Quel 12 aprile, giurando che quello sarebbe stato davvero l’ultimo chilometro, abbiamo deposto disto, corde e velleità. Anche se l’avventura vera, quella sarebbe finita solo a Manila, sopravvissuti alle rocambolesche ed imperdibili 24 ore di autobus e traghetto…

Concludendo: dopo la fortunata spedizione sempre italo-slovena del 2017 in cui tornammo con una giunzione da 32 km e 15 km nuovi (di cui 3,5 subacquei firmati Simon Burja), fare di meglio sembrava impossibile. Eppure questi 18,7 Km di esplorato in una zona completamente nuova e per di più in cinque solamente, beh ha avuto davvero degli effetti allucinogeni…

Amici prima che speleo affiatati, abbiamo tenuto la testa bassa godendoci una meritata fortunosa serie di coincidenze, dal meteo alle segnalazioni. A turno abbiamo avuto febbre ed altri problemini ma non ci siamo persi d’animo. Abbiamo lavorato con il cuore perché 12 ore al giorno di attività fisica per 25 giorni di seguito altrimenti non sarebbero stati nemmeno immaginabili. Solo una sorta di missione ha potuto giustificare tanta caparbietà.
Anche il tifo dall’Italia, quest’anno particolarmente vicino grazie alla tecnologia, ci ha aiutato: mentre stendevamo le topografie di fiumi chilometrici, inviando in tempo reale le foto di quelle gallerie spaziali, ci siamo addirittura sbudellati in video-chiamata per la scoperta dell’oro blu in Cariadeghe! Un altro buon motivo per continuare a vivere lontani dalla miseria di titoloni e bollinate da dolinatori seriali, vergognosamente spacciate per nuove tecniche esplorative. Miserabili.

Con i suoi fiumi scavati nel vuoto, Samar 2023 è stata l’ennesima avventura geografica vera. Una speleologia vissuta in un contesto naturalistico unico, fatta di sogni diventati topografie come sempre solo grazie alle persone speciali che ci hanno ospitato ed accompagnato.
A distanza di mesi, è ancora difficile spiegarne l’appagamento per aver scoperto addirittura una nuova regione pur spizzicandola a bocconi. Se non con la consapevolezza di aver lasciato i presupposti per la prossima spedizione.
Restano là i nostri sogni, quegli inghiottitoi numerati dal saggio Gangialf sulla carta del formaggio come una consunta mappa del tesoro.

Matteo pota Rivadossi

Samar 2023, dedicata all’amico Marjan Vilhar, sempre nei nostri cuori.

i cinque uomini di Samar 2023

spedizioni italo-slovena e francesa al Denr di Catbalogan

il geologo Guido Rossi presenta il progetto Samar al DENR di Catbalogan

7 metri cubi al secondo sulle rapide dell'ingresso a monte di Bugasan System

all'interno del Cenote di Sunko, Bugasan System

i primi vuoti disegnati

ambiente da Papuasia tra la C45 e la C10 in Teipoporog Cave

brain storming

brindisi ai primi 10 km di topografia!

Bugasan Bridge Cave

Bugasan River Dako Cave

C15 in Teipoporog Cave

campo base nella barangay hall, sala comunale di Mabini

carabao paradise

cercando di riparare la slitta del carabao verso Romeo Farm

concrezioni in Manaba Cave

concrezioni incredibili a Iyo Cave

condotta in Teipoporog Cave

condotte in Bugasan River Bridge Cave 2

dalla sorgente incantata di Bugasan System si può navigare sino al mare

galleria fossile in Teipoporog Cave

gambe dalmata da spedizione per Teresa

gours in Ibingan Branch, Bugasan System

ibingan branch in Bugasan System

Ibingan in Bugasan System

il campo a Romeo Farm

Il ramo fossile in Ibingan Branch, Bugasan System

il salone della cascata in Teipoporog Cave

il villaggio di Mabini

Inasubgan Cave

Iyo Cave

la cattedrale di Manaba Cave

la colossale Manaba Cave

la mano di guido rammendata dal dr. Pota Mengele

la mitica guida Romolo

la sala di games of thrones, Bugasan System

la sorgente principale di Bugasan System

l'enorme lago sifone verso gli ingressi alti di Bugasan System

L'ingresso a monte di Naponod Last Last Cave

l'ingresso alto di Bugasan System in piena, 30 metri cubi per secondo!

lungo il collettore in Bugasan System

ancora il collettore in Bugasan System

milioni di metri cubi di vuoto nel Sotano di Bugasan

Naponod Last Cave

piccoli porter crescono

pisoliti in Iyo Cave

Quando il Vibram è optional

ramo attivo in Teipoporog Cave

rientro lungo lo Jibong River

sbucando a nuoto alla base del ciclopico Sotano di Bugasan

si rileva mangiando moscerini in Maangit Cave

tramonto sulla foresta di Bagti

tratto di rapide in Bugasan System

una delle sorgenti di Bugasan System

uno degli ingressi fossili di Bugasan System

verso l'ingresso a valle di Naponod Last Cave

si brinda con vino di cocco al tuba party in Mabini

mototaxi stracarichi

una delle sempre più rare jeepney

trasporto suini in Mabini

Trycicle in Catbalogan

ultima cena a Manila

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Corso di Speleologia Autunno 2023 http://www.ggb.it/corso-di-speleologia-autunno-2023 http://www.ggb.it/corso-di-speleologia-autunno-2023#comments Sat, 01 Jul 2023 11:06:30 +0000 Paolo Jeannin [Hollywood] http://www.ggb.it/?p=5117 Come ogni anno annunciamo il corso di speleologia di primo livello, aperto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla pratica ed alla conoscenza di questa attività che tanto ci appassiona. Il corso avrà inizio mercoledì 4 ottobre 2023 e la chiusura coinciderà con l’ultima serata in sede mercoledì 8 Novembre. Il corso è aperto a tutti i maggiorenni e non sono richieste particolari esperienze tecniche. E’ comunque necessario munirsi del certificato medico attestante l’idoneità fisica per la pratica di attività sportiva non agonistica. Attraverso una serie di lezioni teoriche e pratiche il Gruppo Grotte Brescia fornirà ai partecipanti l’impostazione che consente di vivere in sicurezza questa disciplina. Passione e competenza caratterizzano questo particolare momento didattico organizzato dagli istruttori di uno storico sodalizio, forte di 80 anni d’intensa attività speleologica in Italia ed all’estero.]]> Scuola di Speleologia “Pierpaolo Molinari”
del Gruppo Grotte Brescia

Società Speleologica Italiana

Come ogni anno annunciamo il corso di speleologia di primo livello, aperto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla pratica ed alla conoscenza di questa attività che tanto ci appassiona. Il corso avrà inizio mercoledì 4 ottobre 2023 e la chiusura coinciderà con l’ultima serata in sede mercoledì 8 Novembre.
Il corso è aperto a tutti i maggiorenni e non sono richieste particolari esperienze tecniche. E’ comunque necessario munirsi del certificato medico attestante l’idoneità fisica per la pratica di attività sportiva non agonistica.
Attraverso una serie di lezioni teoriche e pratiche il Gruppo Grotte Brescia fornirà ai partecipanti l’impostazione che consente di vivere in sicurezza questa disciplina. Passione e competenza caratterizzano questo particolare momento didattico organizzato dagli istruttori di uno storico sodalizio, forte di 80 anni d’intensa attività speleologica in Italia ed all’estero.

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La prima volta a Fonteno http://www.ggb.it/la-prima-volta-a-fonteno http://www.ggb.it/la-prima-volta-a-fonteno#comments Mon, 19 Jun 2023 19:36:21 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=5108 Un mercoledì sera qualunque il Pota entra in sede ed esclama “Il Grip ci ha chiesto se ci troviamo un martedì sera a cena, chi viene? Dai, facciamo una macchinata” [...]]]> Un mercoledì sera qualunque il Pota entra in sede ed esclama “Il Grip ci ha chiesto se ci troviamo un martedì sera a cena, chi viene? Dai, facciamo una macchinata” …e, in men che non si dica, ci ritroviamo a Sarnico io, Pota, Mauri, Craudio e Mak con un po’ di “gentaglia” sebinica. Inizia così una serata caratterizzata da infinite risate e racconti e, soprattutto, arriva l’invito: “ma se volete andare in grotta con noi, quando volete! Basta organizzarsi”.

Il venerdì successivo arriva un messaggio del Vez a Craudio e tra un po’ di passaparola, mi mettono in contatto con il “pischello” Gianluca: domenica vuole andare nel ramo “Fangul” a riarmare la parte terminale a -400 per un tracciamento delle acque che hanno in programma. Così, tra un po’ di organizzazione e convincimento dei giovani del GGB, mi ritrovo con Marco e Mary che hanno voglia di venire.

Domenica mattina incontro alle 7 alla forneria “Minuscoli Endine” per un caffè, e via, si parte: oltre a noi, ci sono Gianluca e Michele.
Bueno Fonteno fin da subito ti fa dire “ma che bestia è…maledetti!!” E per me, rientrata dalle Filippine con ancora immensa nostalgia delle grotte tropicali, alcuni passaggi me le ricordano lontanamente; invidio chi ha trovato questo gioiellino! La progressione è veloce; Gianluca apre la strada, io dietro di lui e poi gli altri, che ci raggiungono man mano.
Tutto è bello, pulito, abbastanza acquatico fino a quando non abbandoniamo il ramo principale e capiamo così bene perché Fangul è veramente un posto di m….: non mi ricordavo il tempo di infangarmi così tanto in grotta…. Ma poco importa, il posto è nuovo, la compagnia bella e si ha voglia di arrivare alla meta il più velocemente possibile.
Peccato che, man mano si prosegue, ci accorgiamo come tutto sia stato affrontato in modo speditivo ed esplorativo, così, per progredire in sicurezza, iniziamo ad armare alcuni pozzetti, mettiamo staffe nelle marmitte dove chi è nano come me avrebbe un’unica soluzione: entrare in acqua!
E così, tra racconti e risate e prese in giro per le storiche faide tra bresciani e bergamaschi, Gianluca e Michele inventano un nuovo metro di misura: la “wild gamba”, ovvero la mia capacità di spaccata. Questo per mettere le staffe alla giusta distanza e non fare finire in acqua le nane bresciane.
Continuiamo a progredire in questa bella forra che, nonostante il fango non ti molli mai, regala passaggi belli e suggestivi.
Ad un certo punto, mentre io e Gianluca stiamo armando, arriva Michele e ci dice “i ragazzi vogliono uscire”. Un po’ stranita vado da loro e scopro che Marco non sta molto bene e preferirebbe tornare indietro. Per maggior sicurezza decido di uscire anch’io, così le strade si dividono: Gianluca e Michele continuano a scendere, portando la corda sul pozzo che armeremo la prossima volta e controllano qualche risalita,mentre Marco, Mary ed io iniziamo a risalire.
Si risale con calma: Mary ha da poco finito il corso, Marco non è in forma, ma, con tranquillita’, si prosegue… riusciamo anche a ridere quando Mary, stufa dei vani tentavi di evitare l’acqua, ci finisce dentro a piè pari.

Alla fine i sebinici ci raggiungono quando io sono ormai a metà della prima corda del pozzo Fonteno Beach, cosi’ si esce tutti insieme, giusto in tempo per andare all’Alternativa per la pizza che alcuni sognavano già in grotta.

È sempre bello fare nuove amicizie, e la compagnia di domenica è stata proprio bella e divertente. Che altro dire?? Beh! Alla prossima!!!

Teresa

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28 Maggio: Escursione al Buso della Rana http://www.ggb.it/28-maggio-escursione-al-buso-della-rana http://www.ggb.it/28-maggio-escursione-al-buso-della-rana#comments Tue, 30 May 2023 11:25:43 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=5084 Domenica 28 maggio alcuni soci del GGB hanno portato in gita al Buso della Rana la sezione giovanile del CAI di Vestone. È stata una delle gite più belle che abbia mai fatto alla Rana [...]]]> Domenica 28 maggio alcuni soci del GGB hanno portato in gita al Buso della Rana (in prov. di Vicenza) la sezione giovanile del CAI di Vestone.
Cosa vi posso dire? È stata una delle gite più belle che abbia mai fatto alla Rana. I ragazzi sono stati divisi in due gruppi: uno dai 7 ai 9 anni e l’altro dai 10 ai 15 anni. Io accompagnavo i più piccoli, e mai avrei pensato di vedere il “vero” coraggio negli occhi di questi bambini: vedere chi ha sconfitto la paura della strettoia e l’entusiasmo di tutti, che avrebbero voluto proseguire anche oltre, è stato qualcosa di bello e magico. Senza considerare il piacere di vederli muoversi così bene in un ambiente per loro nuovo e “ostile”.

Ora vi lascio leggere le impressioni di Marzia, organizzatrice della gita per il CAI nonché storica ex socia GGB! Il mio grazie va a lei e a tutti gli altri accompagnatori che hanno reso possibile questa bellissima gita! Alla prossima!

Teresa

Alle 8.40 il bus parcheggia al piazzale del parco, vicino all’ ingresso della grotta; velocemente i ragazzi si dividono in 2 gruppi e inizia la vestizione con imbraghi e caschetti.
Dopo una breve introduzione teorica da parte degli accompagnatori del Gruppo Grotte Brescia (GGB), alle 9.30 parte il 1° gruppo A.G. avanzato, 18 ragazzi/e che percorreranno un bel tratto di grotta con qualche difficoltà tecnica, mentre alle 10.00 tocca al 2° gruppo A.G. base, 12 ragazzi/e che si limiterà ad un tratto più breve ma non meno emozionante e curioso.

Si entra attraverso un enorme portale e la galleria via via si fa sempre piu’ buia: la luce del sole lascia spazio alle lucine dei nostri caschetti.
L’ambiente si presenta sempre umido, scivoloso ma anche, in alcuni punti, decisamente bagnato! Si cerca di schivare il fiume e gli arrivi di acqua, saltellando tra i sassi sporgenti e cercando di non bagnarsi inutilmente….anche perche’ c è un’aria pazzesca!!!
Non c’è un sentiero tracciato, non ci sono i segnavia bianco-rossi a cui siamo abituati; qui siamo costretti a risalire il fiume, cercando un appiglio sicuro, cercando di non scivolare e osservando la morfologia che questa grotta ci offre. Il bello poi arriva quando la galleria termina in un sifone….e dove si passa? Vedi: là, a sinistra, devi chinarti e strisciare…ecco, ora bisogna fare il serpente e, con un zig-zag, si supera questa strettoia di pochi metri e ci si rialza in un ampia galleria.
Poco più avanti ci aspetta un canotto che ci farà attraversare il laghetto di Caronte: a tre a tre i ragazzi raggiungono l’altra sponda! Tra un passaggio e l’altro il percorso non è mai regolare: è un continuo saliscendi e cambio di passo, fino a ritrovarsi tutti insieme in un ampio ambiente riparato dall’aria: qui ci fermiamo per la nostra pausa pranzo.
Il ritorno è il medesimo, ma con qualche piccola variante “acquatica” e, stavolta, non c’è più contenimento: ci si butta nel sifone con l’acqua che arriva oltre la vita, alle ascelle, al collo; ci si sfoga con urla di gioia condite con un pizzico di follia, fino a rivedere lo spiraglio di luce che ci guiderà all’ esterno. Da una temperatura interna di 10-12° ci si confronta con quella esterna di 28°, ed è piacevole cambiarsi al sole, ma basta poco per accorgersi che l’ambiente precedente gia’ci MANCA !!!
Alle 13.30, mentre si sta giocando a “caccia allo speleo”, si odono voci e canti provenire dall’androne di ingresso: è il gruppo Avanzato che ha terminato la sua avventura!!
COMPLIMENTI A TUTTI I RAGAZZI/E, ACCOMPAGNATORI, e alla preziosa ASSISTENZA dei soci del GRUPPO GROTTE BRESCIA!

Marzia

la vestizione

briefing all'ingresso

la progressione inizia

il bypass del sifone

il passaggio piu' stretto dell'escursione

sulla sponda di Caronte

la ferrata

progressione in meandro

si supera la cascata

salone di crollo

la galleria allagata del rientro

anche il gruppo AG Base alle prese con le difficolta' della progressione!

mentre gli accompagnatori percorrono la ferrata, i ragazzi attraversano in canotto!

la traversata di Caronte

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13 Aprile: 8° aggiornamento http://www.ggb.it/13-aprile-8%c2%b0-aggiornamento http://www.ggb.it/13-aprile-8%c2%b0-aggiornamento#comments Thu, 13 Apr 2023 19:10:47 +0000 Paolo Jeannin [Hollywood] http://www.ggb.it/?p=5058 Giuro questa è l’ultima! Oggi è l’ultimo giorno a Catbalogan, io e Matteo abbiamo appena finito di sistemare tutto il materiale di gruppo che lasceremo qui a casa di Joni, il primo vero campo base del GGB per tutte le spedizioni in Filippine. Domani per le 7.00 saremo su un pullman con destinazione Manila [...]]]> Gli ultimi giorni di spedizione
Casa di Joni, Catbalogan City, ora locale 11:08

Che strano essere già alla fine di questa spedizione, di questo viaggio nel viaggio. Mi sembra di esser partita ieri e allo stesso tempo di esser stata via per dei mesi. Il tempo è volato così come sono volati questi ultimi giorni a Catbalogan.

Oggi è l’ultimo giorno a Catbalogan, io e Matteo abbiamo appena finito di sistemare tutto il materiale di gruppo che lasceremo qui a casa di Joni, il primo vero campo base del GGB per tutte le spedizioni in Filippine. Domani per le 7.00 saremo su un pullman con destinazione Manila e questo viaggetto durerà giusto 24 ore.

Il 10 aprile abbiamo lasciato la nostra cara Mabini e nel salutare e ringraziare la Barangay Captain (capo villaggio) e la gente del posto, ci siamo commossi tutti: l’ospitalità e la cordialità della gente locale è stata immensa, nel salutarci ci han più volte detto “tornate il prima possibile, siete sempre i benvenuti!”.

Il viaggio per Catbalogan si è svolto così: il primo tratto fino al Crossing Path su 4 moto e poi siamo saliti sul primo pullman disponibile. Peccato che l’autista avesse una guida così brutale che per 2 ore le mie orecchie han dovuto sopportare le lamentele del Pota nei confronti di quel “imbecille alla guida”. Una volta arrivati a casa di Joni, abbiamo iniziato a chiedere che cosa potevamo fare l’indomani e la sua proposta è stata di andare in questa grotta a Lobo dove i filippini son fermi ad una risalita perché serve il trapano: pota gnari, andiamo! Prepariamo il materiale! Guido e Matteo, in realtà, erano un po’ perplessi perché quella zona la conoscono bene e gli faceva strano tornarci dopo 17 anni.

Così martedì abbiamo affrontato questa grotta con dei sacchi belli pesanti tra trapano, ancoraggi, sacchetta d’armo e corde. Arrivati al suo ingresso ci accorgiamo del livello di sporcizia lasciato dal villaggio soprastante, acqua piena di plastica, cocchi e immondizia varia. Ma si entra lo stesso e si nuota in quell’acqua putrida (che schifo!) Io, Matteo e Matjaz siamo davanti e risaliamo il torrente, mentre Guido, Joni e la guida ci seguono più lentamente. Andiamo, andiamo, arrampichiamo ma questa salita dove serve il trapano non la vediamo proprio e alla fine arriviamo all’inghiottitoio sul fiume e così anche questa è fatta, altri 500 mt di rilievo per noi e la costante contentezza che dà l’esplorazione.

La giornata, però, non finisce qui: per non avere sulla coscienza Lolo Guido, Matteo chiede di prendere la barca sul fiume per rientrare e che figata! Un altro giro emozionante immersi nella natura e con l’ansia del “ma questa barca non si ribalta, vero?” e poi, una volta arrivati sulla strada, prendere una delle famose jeepney per rientrare in città.

Ieri, invece, dovevamo andare su un’isola ad esplorare delle grotte ma a causa del tifone Amang che ha bloccato tutte le barche, abbiamo fatto l’ultima punta esplorativa sempre nell’area di Lobo. Che tristezza ragazzi, io non ho proprio voglia di smettere di esplorare, di fare, di star focalizzata su quel che mi fa stare bene e che solo chi, come me, ha vissuto questo tipo di esperienze può ben capire. Questa volta eravamo solo io, Matteo e Matjaz perché Guido e Joni sono dovuti andare a Tacloban per una conferenza con il DERN (Dipartimento per l’Ambiente e le Risorse Naturali) e una commissione UNESCO. Dopo il viaggio sul triciclo che su più salite ci ha fatto scendere, altrimenti non saliva, siamo arrivati al villaggio. Nonostante le parole “profetiche” di Lolo Guido che diceva che in zona non poteva esserci nulla di interessante e l’avvicinamento preoccupante tra un sentiero osceno e i diversi tentennamenti su che via prendere della nostra guida, esploriamo non una ma ben due grotte! La prima caratterizzata da una marea di ingressi, ci regala più di 660 mt di rilievo, forme sinuose e tanta contentezza. Una volta finito il tutto, la guida ci dice che conosce un’altra grotta. Coi ragazzi ci guardiamo negli occhi e sappiamo già la risposta: è presto, siamo qui, si va a vedere. Entra Matjaz a dare un’occhiata veloce e ci dice: è da rilevare. Sentiamo un’aria pazzesca, vediamo tronchi grossi e siam già lì speranzosi che sia un traforo di quelli da “dacci oggi il nostro km quotidiano”, invece finisce abbastanza presto ma i suoi ambienti e le sue concrezioni ci regalano tanta soddisfazione. E anche qui, un po’ di commozione c’era per noi tre: è la fine dei giochi signori, la fine di un’esperienza tra le più belle della mia vita, piena di km di esplorazione, sorrisi, risate e ricordi. E’ stato tutto veramente oltre ogni aspettativa immaginabile e chiedermi se sono felice è davvero irrisorio. Sono stra felice!

Teresa

* * *

Tornare al villaggio di Tagbayaon e nella sottostante zona di Lobo Cave dopo 17 anni, mi ha commosso. Soprattutto sentendomi chiamare ancora per nome: Mateio, Mateio!

Qui nel 2006 in 4 esplorammo 8-9 km di gallerie da puro divertimento, ora in parte mete per gli avventurosi clienti di Joni che ne ha fatto il suo lavoro.

A spedizione ormai finita, ancora motivati e divertiti, insomma ci siamo giocati gli ultimi due giorni qui topografando 1500 metri in tre sorprendenti grotte. Sorprendenti prima di tutto perché passateci sotto il naso nel 2006 non si sa come, poi per la bellezza degli ambienti. Trattasi di 3 emergenze e relative traversate attive alimentate dalle perdite di due differenti corsi d’acqua, Le prime due di taglia medio piccola (da noi con le gallerie di 10 m sarebbero fuori scala…), l’ultima decisamente una L! Peccato solo non fosse legata alla valle più lontana altrimenti sarebbe stata infinita!

Fatti due conti chiudiamo dunque questa meravigliosa spedizione con un bottino esplorativo da 18,7 km di cui 15,7 rilevati. Cifre sterili che da sole non riescono a rendere il delirio in cui ci siamo trovati in 4 ma a volte addirittura in 2, persi per ore a rilevare nuotando dentro gallerie tenebrose, spesso alle prese con diversi metri cubi al secondo, mangiando insetti sotto la pioggia mefitica di milionate di pipistrelli. Questo ogni giorno con avvicinamenti fino alle 3 ore, sperando che l’eventuale febbre (quest’anno una costante) passasse il più presto possibile.

Il segreto di tutto? La fortuna, sicuramente! Quella che arride agli audaci che temo non troverete a raccontare miserie ai giornali, sulle pagine patinate o ai congressi…

Matteo Pota Rivadossi

Le moto ipercariche in partenza da Mabini

Le moto ipercariche in partenza da Mabini

L'arrivo a Tagbayaon

L'arrivo a Tagbayaon

Breve pausa alla farm di Joni per gustarci un buonissimo ananas prima della grotta

Breve pausa alla farm di Joni per gustarci un buonissimo ananas prima della grotta

Ambienti incantevoli nella trexplore cave

Ambienti incantevoli nella trexplore cave

L'inghiottitoio

L'inghiottitoio

La marmitta da 5 mt che avremmo dovuto scalare

La marmitta da 5 mt che avremmo dovuto scalare

L’ingresso di Napunod Last Cave

L’ingresso di Napunod Last Cave

Il rientro in barca sul fiume

Il rientro in barca sul fiume

La nostra jeepney, tipico mezzo di trasporto filippino

La nostra jeepney, tipico mezzo di trasporto filippino

Scatti rubati mentre si rileva

Scatti rubati mentre si rileva

Sezioni maestose a Naponod Last Last Cave

Sezioni maestose a Naponod Last Last Cave

L’uscita di Naponod Last Last Cave

L’uscita di Naponod Last Last Cave

La morfologia spettacolare di Naponod Last Last Cave

La morfologia spettacolare di Naponod Last Last Cave

Topografando tanto per cambiare

Topografando tanto per cambiare

Una delle marmitte di Naponod Last Last Cave

Una delle marmitte di Naponod Last Last Cave

Incredibile ma vero: l’ultima tratta di rilievo

Incredibile ma vero: l’ultima tratta di rilievo

Giuro questa è l’ultima!

Giuro questa è l’ultima!

Matjaz, Terry e Matteo: selfie di rito perché questa volta era davvero l’ultima grotta!

Matjaz, Terry e Matteo: selfie di rito perché questa volta era davvero l’ultima grotta!

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http://www.ggb.it/13-aprile-8%c2%b0-aggiornamento/feed 0
09 Aprile: 7° Aggiornamento http://www.ggb.it/09-aprile-7%c2%b0-aggiornamento http://www.ggb.it/09-aprile-7%c2%b0-aggiornamento#comments Sun, 09 Apr 2023 17:00:03 +0000 Paolo Jeannin [Hollywood] http://www.ggb.it/?p=5042 Con un po’ di magone eccoci all’ultimo aggiornamento dalla familiare sala comunale trasformata nel nostro campo base. Ieri all’alba abbiamo smontato il campo in foresta presso Romeo Farm arrivando con 4 porter a Mabini in mattinata distrutti ma giusto in tempo per evitare una giornata ininterrotta di pioggia torrenziale [...]]]> Campo base presso Barangay hall di Mabini, ora locale 19:40

Con un po’ di magone eccoci all’ultimo aggiornamento dalla familiare sala comunale trasformata nel nostro campo base. Ieri all’alba abbiamo smontato il campo in foresta presso Romeo Farm arrivando con 4 porter a Mabini in mattinata distrutti ma giusto in tempo per evitare una giornata ininterrotta di pioggia torrenziale.
In realtà un giorno ed una notte di pioggia battente da spegnere qualsiasi velleità speleologica. Eppure qualche giornata io, Terry e Matjaz volevamo ancora giocarcela! Puntare a 20km? E perché no! Con le lamiere urlanti dalla pioggia, intanto i pensieri di tutti noi stanotte sono finiti alla papuasica Teipoporog Cave: che fine avremmo fatto venerdì con una piena simile lungo le sue fragorose cascate? Che grottone, che giunzione e che culo, diciamolo pure!
Stamattina zero pioggia ma con il fiume che risaliva la scalinata di casa, abbiamo comunque deciso di affidarci al mitico Romolo per un’ultima punta tra fango e previsioni nefaste: giunti in vista del Bugasan, difficile spiegare lo smarrimento alla vista di quella una marea marrone da 30 metri cubi al secondo che vorticano nelle rapide dell’ingresso alto! Paura!
Procedendo dopo una discreta ravanata il risultato una prima grotta di 350 metri non certo dakò (grande) ma decente. Poi, incalzando Romolo, la sorpresa di arrivare casualmente ad Ibingan Entrance, l’ingresso più alto di Bugasan System. Giusto perché avevamo in sospeso delle gallerie aperte, il destino. Nascono così 470 metri di rilievo fino a sbucare nella megadolina da 2 nuovi ingressi!
In totale la soddisfazione di altri 800 metri di rilievo ma rientrando a Mabini la consapevolezza crescente che ormai qui attorno non vi sia più nulla da fare, soprattutto con questi livelli idrici. Da qui l’idea di prepararci e smontare tutto. Eccoci quindi un’ora fa all’ultima cena, stavolta a base di baboy in adobo (maiale a Pasqua, mi pare corretto…) e San Miguel e alla visita a Romolo con tanto di provviste e maglietta di spedizione. Con la bellezza di qualche lacrima scorta su più di un viso.
Al ritorno paghiamo pure l’invito da parte di alcuni simpatici local a berci della tuba (vino di cocco) alla goccia, vero Terry? Dorme…
Domani sarà tempo di insaccare tutto di nuovo. Roba marcia, secca o ancora fangosa. Mute, corde, tende e padelle senza soluzione di continuità. Accontentandosi di oltre 17 km di sogni materializzati in pochi e in pochi giorni e dei capricci di un meteo tutto sommato magnanimo.

Un abbraccio a chi ci segue, a presto
Matteo Pota Rivadossi

Una delle gallerie di Teipoporog Cave

Una delle gallerie di Teipoporog Cave

La prima c17 di Teipoporog Cave, da notare la presenza di basalto

La prima c17 di Teipoporog Cave, da notare la presenza di basalto

Ambienti da Papuasia sulla c45 di Teipoporog

Ambienti da Papuasia sulla c45 di Teipoporog

Maglietta di spedizione anche per la mitica guida Romolo

Maglietta di spedizione anche per la mitica guida Romolo

Controluce in Rain Day Cave

Controluce in Rain Day Cave

Un fiume marrone da 30 metri cubi al secondo all’ingresso alto di Bugasan System

Un fiume marrone da 30 metri cubi al secondo all’ingresso alto di Bugasan System

L’attivo rilevato in Ibingam Branch, Bugasan System

L’attivo rilevato in Ibingam Branch, Bugasan System

Ramo attivo in Rain Day Cave

Ramo attivo in Rain Day Cave

Rientrando dal campo in foresta verso Mabini

Rientrando dal campo in foresta verso Mabini

L’ultima grotta rilevata nei pressi del campo in foresta

L’ultima grotta rilevata nei pressi del campo in foresta

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http://www.ggb.it/09-aprile-7%c2%b0-aggiornamento/feed 0
Chi rientra, e chi prosegue…. http://www.ggb.it/chi-rientra-e-chi-prosegue http://www.ggb.it/chi-rientra-e-chi-prosegue#comments Thu, 06 Apr 2023 12:45:41 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=5026 Stamattina alle sette, mentre salutavo abbracciando i miei compagni d’avventura Matteo, Teresa e Matjaz al Romeo Farm Camp, devo dire la verità, mi è venuto il magone, e ho visto la stessa cosa nei loro occhi. Purtroppo per me il tempo è finito e devo rientrare [...]]]> Tacloban, 6 Aprile 2023

Stamattina alle sette, mentre salutavo abbracciando i miei compagni d’avventura Matteo, Teresa e Matjaz al Romeo Farm Camp, devo dire la verità, mi è venuto il magone, e ho visto la stessa cosa nei loro occhi. Purtroppo per me il tempo è finito e devo rientrare. Rientro non facile perché resteranno solo in tre: anche Guido, che fa fatica a riprendersi, dedice di tornare a Mabini.
Il morale non è alle stelle; ieri sera Matjaz aveva quaranta di febbre: chissa che cosa ci siamo beccati visto che alla fine siamo stati tutti male…
Comunque, nonostante le nostre difficolta’, i risultati continuano ad essere importanti!
Martedi 4, io, Teresa e Matjaz con la nostra guida tentiamo la giunzione entrando dall’ingresso alto di Teipoporo. Dopo due ore e mezza di avvicinamento non senza difficoltà, arriviamo su un fiumiciattolo che presto viene inghiottito da una megafessura sotto ad un portale: tronchi di ogni dimensione incastrati ovunque!
Decidiamo di proseguire già rilevando: se la cascata che abbiamo visto da sotto l’altro giorno non risulta difficile, potremo fare la traversata, uscendo dal basso.
Dimensioni subito esagerate! Forse siamo un po’ assuefatti e non ci rendiamo veramente conto di che ambienti stiamo percorrendo: si avanza a suon di tratte da 27, 35, 42, 18, 46 metri! Sarà dura tornare nelle nostre care grotte vicentine e bresciane!!
Non lontano sentiamo rumore di cascata: eccola ci siamo.
Arriviamo sopra e, sorpresa, non è la stessa cascata vista da sotto!
Tento di scenderla ma il getto d’acqua è forte e solo con armi naturali (non abbiamo con noi la sacchetta d’armo) la progressione non è sicura. Si ritornera’ dopodomani; mentre vi sto scrivendo i tre amigos dovrebbero essere in esplorazione…
Comunque, dopo anni di grotte qua in Filippine, è la prima volta che mi capita di vedere queste morfologie e questi poderosi salti d’acqua, superabili solo su corda.

Mercoledì 5, solo io e Matteo oggi, gi altri tutti a marcar visita.
La nostra guida, con il suo inseparabile fucile ad aria comopressa ed il fedele cagnolino, ci fa capire che, con quaranta minuti di cammino, ci portera’ all’ingresso di una dakò cave (grande grotta) dove esce un fiume: mah, mi sa un po’ da fregatura, vedremo….
Quarantacinque minuti e siamo veramente davanti ad un dislivello di roccia dove da un’apertura a sinistra esce il Bugasan River! Siamo alla sorgente più alta in carta.
Entriamo da un portale fossile a destra e attraversiamo un salone dove migliaia di pippistrelli si spaventano al nostro passaggio, alzandosi in volo: sembra stia arrivando una piena, tanto è il fragore ed il vento che causano!
Riguadagnamo l’attivo, la nostra guida si ferma, noi ci mettiamo la muta e risaliamo controcorrente un nero fiume largo fino a 30 metri che, nel suo punto più basso, incute un po’ di timore, visto che il soffitto della galleria scende fino quasi a sifonare. Subito la volta si rialza e, dopo circa trecento metri, arriviamo alla sponda di un lago sotto ad un sotano gigantesco: sarà alto più di cento metri con dimensioni ottanta per sessanta. A detta di Matteo, qua a Samar non si e’ mai visto una cosa del genere.
Risaliamo la china detritica per una trentina di metri e scendiamo in una sala che va via via restringendosi. Ad un certo punto nello stretto, una freccia nel fango: troppo speleo-occidentale per essere stata disegnata da un local…
Due giorni prima, nella Iyo Cave, Guido era andato avanti in un rametto stretto, e io lo avevo successivamente seguito, notando le frecce che aveva fatto nei passaggi dallo stretto al largo. Non sara’ la stessa grotta?? Ma no, mi sembra impossibile, quando l’ho raggiunto stava ritornando e mi aveva detto di aver trovato un ingresso, ma niente di particolare…
E invece si, la grotta e’ la stessa, e quel “niente di particolare” ha portato a quello che probabilmente e’il sotano più grande mai visto in Filippine! Stasera, al campo, Guido non potra’ sottrarsi ai nostri sfotto’…..
Continuamo a risalire lo sprofondamento e riusciamo ad uscire in superficie per prendere il punto con il GPS.
Bottino della giornata: 1200 metri di rilievo, e grande euforia per aver giuntato Bugasan Cave con Iyo cave!

Ciao a tutti, a presto, in Italia!

Stefano Lillo Panizzon

Mentre sto’ pubblicando questa news squilla il telefono: e’ il satellitare di Matteo che, esultante, mi racconta come la discesa della cascata lasciata in sospeso martedi’ ha portato ad una nuova giunzione!
In realta’ le cascate discese sono state ben 4 (la piu’ alta di 45 metri), alternate da rapide scavate nel basalto e giganteschi saloni! Posti splendidi, ambienti papuasici piuttosto che filippini!
La progressione non e’ stata semplice, tra calate in doppia e spit piantati nel basalto, ma entusiasmante. La frase piu’ ricorrente e’ “mai vista una cosa simile in Filippine”: le acque sotterranee, pur con alte portate, scorrono normalmente in modo placido; questa, al contrario, e’ stata una traversata con oltre 100 metri di dislivello… un vero percorso canyoning.

Il collegamento di tutte queste grotte sta’ portando all’identificazione di un imponente reticolo, con un unico enorme collettore che costituisce il percorso sotterraneo da cui sorge il Bugasan River.
Ad oggi il bottino speleometrico e’ di 16.2 Km di esplorato, con 13.2 Km di rilievo; domani faranno quella che sara’ probabilmente l’ultima uscita in zona, poi, sabato, smonteranno il Romeo Farm Camp. Con questo Matteo ci saluta, non prima di ricordare uno dei nostri slogan preferiti: “…ufficio giunzioni sempre aperto!”

Don

Ayo Cave

forme

La nostra guida cacciatore

Teipoporo

volumi giganteschi

sopra la cascata

Caving or canyoning?

forse canyoning....

brainstorming

Il nostro carabao “driver”

Romeo Farm Camp

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Voci dalla foresta http://www.ggb.it/voci-dalla-foresta http://www.ggb.it/voci-dalla-foresta#comments Tue, 04 Apr 2023 18:55:23 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=5018 Ore 7.15 Brescia time: squilla il telefono: e’ Matteo che, dalla foresta, ci comunica le ultime novita’! [...] ]]> Ore 7.15 Brescia time: squilla il telefono: e’ Matteo che, dalla foresta, ci comunica le ultime novita’:

“Oggi per me e Guido stop forzato al campo base causa febbriciattole; in realta’ ieri la febbre era ben piu’ alta e sono riuscito a rientrare dall’esplorazione con non poche difficolta’!
In questi ultimi 2 giorni, battendo la foresta, sono stati portati a casa circa 3Km di rilievo; purtoppo le grotte sono piu’ sparse e lontane di quanto le guide avevano fatto capire in un primo momento.
Oggi una guida accompagnera’ Teresa, Lillo e Mattias all’inghiottitoio dove si inabissa il fiume che forma quella meravigliosa cascata vista il primo giorno, cosi’ i nostri potranno riprendere l’esplorazione dall’alto, senza dover arrampicare e risalire il poderoso getto d’acqua.
Ieri, invece, tutti insieme abbiamo esplorato una meravigliosa grotta, con una galleria con pavimento costellato di pisoliti (le “perle di grotta”), uno spettacolo mozzafiato! Siamo poi stati portati presso una seconda grotticella, quest’ultima non particolarmente significativa.
Comunque, ad oggi, il bottino della spedizione e’ di circa 14Km di esplorato, con 12Km di rilevato!
Qui in foresta e’ bellissimo ma faticoso, e non solo fisicamente! Ormai siamo rimasti soli (gli speleo filippini sono rientrati), e presto anche Lillo dovra’ abbandonarci per ritornare in Italia.
Le guide si alternano, ma nessuna spiaccica mezza parola di inglese, quindi cerchiamo di capirci a gesti…comunque, finche’ c’e’ da esplorare e fino a quando la luce della nostra riserva di energia non si accendera’, teniamo duro!!”

A seguire poche fotografie fatteci pervenire da uno degli speleo filippini rientrati nella civilta’

il fascino del campo in foresta

niente piu' cuoca...

la meravigliosa grotta con la cascata

lo spettacolo indescrivibile della cascata

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Telefonata dalla foresta http://www.ggb.it/telefonata-dalla-foresta http://www.ggb.it/telefonata-dalla-foresta#comments Sun, 02 Apr 2023 20:16:46 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=5007 I nostri esploratori, accompagnati da un bue carico di provviste e attrezzature, in 6 ore di cammino sono arrivati al nuovo campo base in foresta. Basta comodità: 10 giorni soli, in completa autonomia! [...]]]> I nostri esploratori, accompagnati da un bue carico di provviste e attrezzature, in 6 ore di cammino sono arrivati al nuovo campo base in foresta. Basta comodità: 10 giorni soli, in completa autonomia

Purtoppo al momento non è possibile ricevere alcun aggiornamento, salvo delle brevi telefonate fatte con un vecchio satellitare!

Ecco la prima di queste; dalla voce di Matteo:

” Dopo 6 ore di cammino in foresta abbiamo raggiunto e fissato il campo vicino agli obiettivi visti in carta.
Abbiamo risalito una risorgiva fino al collettore, sbucando in un salone con una immensa cascata. Il tutto percorrendo 1,7 Km. Quindi, ad oggi, abbiamo superato i 12 km di rilievo!
Nel frattempo uno degli speleo filippini ha abbandonato il campo, forse perché non troppo confortevole… Alla prossima!”

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Deliri pre-partenza per il campo avanzato http://www.ggb.it/deliri-pre-partenza-per-il-campo-avanzato http://www.ggb.it/deliri-pre-partenza-per-il-campo-avanzato#comments Sat, 01 Apr 2023 17:59:40 +0000 Stefano Barbero (Don) http://www.ggb.it/?p=4989 Dopo i festeggiamenti di ieri per i primi 10 km di esplorazione, per altro ottenuti in dieci giorni, oggi è una giornata più che frenetica: siamo tutti presi dal preparare tutto ciò che serve per dieci giorni in piena autonomia in foresta: letteralmente un casino! [...]]]> Campo base presso Barangay Hall di Mabini, ore locali 19

Dopo i festeggiamenti di ieri per i primi 10 km di esplorazione, per altro ottenuti in dieci giorni, oggi è una giornata più che frenetica: siamo tutti presi dal preparare tutto ciò che serve per dieci giorni in piena autonomia in foresta: letteralmente un casino!

A parte la rilevata mattutina odierna da 300 mt nel cenote di Sunko per me e Lillo, in questi ultimi due giorni abbiamo esplorato varie grotte superando appunto i 10500 mt di esplorato e 8700 di topografia: giovedì 30 nei pressi dell’acquedotto una grotticella modesta si è rivelata essere un gioiellino di 660 metri con segmenti interessanti (a partire dalla sua uscita a 50 metri dal fiume) e la Bugasan River Dako Cave, un troncone fossile di soli 150 mt ma maestoso, data la dimensione di 25×20 mt, visto da Matjaz e Pota.

Ieri, invece, abbiamo fatto un giro massacrante ed infinito di 13 km che ha mietuto un paio di vittime: Lillo che non si era ancora ripreso dalla febbre e Lolo Guido caduto in ipoglicemia dopo mezz’ora: oggi Gangialf ha pure avuto il coraggio, dopo aver dormito per 12 ore consecutive, di esordire che con questo trail ha ridotto in modo evidente la sua bogia alcolica! Vedremo se con il giro di domani la sua silouette contenuta in un paio di improponibili jeans elasticizzati, sarà ulteriormente migliorata!
Con questo giro abbiamo sfiorato il fiume Sohoton per poi salire verso il Manaba River fino ad incontrare una grande falesia alla base della quale si nascondeva l’ingresso della colossale Manaba Cave. Data per i locali come gigantesca e, soprattutto, usata come passaggio da una valle all’altra per andare a pescare. Peccato che dopo 400 mt, questa gigantesca grotta dai passaggi e dalle concrezioni monumentali finiva. Peccato soprattutto perché ci abbiamo impiegato 3 ore per raggiungerla con un caldo terribilmente asfissiante. Dalla sua uscita abbiamo raggiunto il nostro amatissimo Bugasan River e, non senza difficoltà, l’abbiamo percorso per un bel tratto. Attraversando uno dei tanti trafori a cui ci ha abituato, abbiamo trovato a metà una sorprendente grotta con sezioni mozzafiato (che poi, ditemi una grotta tropicale che non ti faccia venire la pelle d’oca per la sua morfologia!). Ma la sorpresa è stata doppia! Una volta usciti da questa grotta, appena dopo il traforo, ci siamo imbattuti nella sorgente! Da lì, si è aperto un mondo: il Pota che non aveva voglia di bagnarsi, vedendo me con la voglia di fare una nuotata, mi sprona: “Vai a dare un’occhiata ma attenzione a non prendere rischi, fermati se sei stanca!”. Beh, ragazzi, ma quanto è bello nuotare in un fiume sotterraneo con sezioni larghe 25 metri e un altezza fuori dall’acqua di 3 metri? C’era solo da andare, andare, magari con un canotto era anche meglio! Per ora 200 mt di nuotata solitaria con la sensazione che sia lunghissima: questo è sicuramente uno di quei posti in cui tornare e rilevare!

Infine ci siamo fatti due orette di strada per tornare al villaggio, finalmente un rientro con il crepuscolo, ammirando il carso e i giochi di luce creati dal tramonto. Che paesaggi, che ricordi si stanno creando nella mia memoria!

Domani alle quattro del mattino il carabao (caratteristico bue filippino) partirà con tutto il materiale comune a strascico alla volta della farm posta alle pendici della montagna. Sarà questo il nostro campo base avanzato nella zona comoda per raggiungere alcuni dei target prefissati ancora in Italia. Per le 6 anche noi dovremo essere pronti a partire lasciando Mabini e le sue ormai familiari comodità. Quindi preparatevi perché da domani i contatti saranno pressoché nulli per una decina di giorni circa, fatta eccezione per qualche telefonata satellitare.

Nemmeno il tempo di festeggiare il record della prima parte di spedizione che ci tocca partire! Ma io non aspettavo altro: stare fuori dal mondo, in foresta, in piena autonomia, con una squadra di “fratelli maggiori” e la marea di bei ricordi e storie che andremo a vivere!

Toda joia toda beleza!

Teresa

Rilievi nella “grotticella modesta”

prospettive che non rendono l’idea della bellezza di queste grotte

la bellezza del Bugasan River

fegatini pronti per esser mangiati (non da noi!)

il colossale ingresso di Manaba Cave

la sala più spettacolare e immensa di Manaba Cave

concrezioni più che particolari, decisamente allucinanti!

l’uscita di Manaba Cave

l’ennesimo traforo che ci regala inaspettate gioie

la sorpresa decisamente incredibile a metà del traforo!

il carso filippino

il Brindisi per i 10 km di esplorato! (Lolo Guido era già profondamente addormentato)

la preparazione di tutto il materiale per domani: dal cibo all’attrezzatura

con le guide si pianificano trasporti e strategie

Gangialf il mago, noto anche come Lolo Guido!

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