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Lettera a un amico: LA ROCCAFORTE INESPUGNABILE

Mi era capitato una sola volta di scrivertela e ovviamente te l’avevo giá raccontata a voce, perché solitamente quando per un qualsiasi motivo non potevamo essere li insieme sul pezzo, passavo da te oppure ti telefonavo per dirti cosa avevo combinato.
Stavolta mi tocca scrivertelo per forza. Anche se sono convinto che ci spiavi e ridevi con noi laggiù…

Ti ricordi quando nell’estate del 2020, finalmente dopo mille chiacchere, al GSAV stavamo organizzando il campo per fare quel “lavoretto” al fondo? Poi vennero una serie di giorni di pioggia e io dirottai tutto pari pari alla nostra adorata frana in fondo al corno sinistro, ricordi? Ci disse bene eh…Dunque da qualche giorno stavo pensando ad un giro al fondo visti i tempi di magra sul collettore, anche se allo stesso tempo sono tentato dal far lavorare un po’ le picche e i ramponi con queste belle giornate, poi oltretutto li servirebbe una bella squadretta. Ma neanche a farlo apposta ora, finalmente, si é creata un’ottima occasione. Sono stato contattato dalla Terry dei bresciani per un rilievo e dopo uno scambio di informazioni e opinioni ne é seguito un invito ad andare con loro. Non ho ben capito cosa volessero fare di preciso, se scendere in acqua, se fare delle risalite… Il ghiaccio mi tira dalla parte opposta, quella soleggiata e mi tira talmente tanto che nel dubbio, oltre alle picche e i ramponi, ho messo in macchina un centinaio di manzi e la muta stagna con annesse attrezzature. Manco se la Terry mi avesse proposto un incursione a Gibilterra… I nostri vecchi obbiettivi sono ben più importanti.

Ci troviamo sabato mattina all’Antro io e il Maresciallo Iceman, mentre da Brescia sono in 10 ma entreranno in 9.
Definiamo alcune cose riguardanti la logistica decidendo di scendere a farci intanto un’idea di quel che sará il da farsi, poi partiamo.
La progressione diventa abbastanza lunga soprattutto dopo il pozzo a Elle. Io e il Pota ogni tanto interrompiamo i nostri racconti sdrammatizzanti per sentire se qualcuno é in arrivo e fortunatamente dopo un po’ ci rialziamo, mi si erano addormentate le gambe… Prendo con me il Maresciallo e Marco, quindi allunghiamo il passo verso i Saloni Fossili. Nell’attesa di essere raggiunti dal resto dello squadrone ci rendiamo utili sistemando una delle tende montate in stile Torre di Pisa e smontandone un’altra che ha preso le sembianze di un pallone di muffa fino al punto di farci bruciare la gola nel richiuderla. Ovviamente i nostri cuori erano rivolti al signore (che l’ha abbandonata li). Riprendiamo i nostri passi fino al fondo ma ci ritroviamo di nuovo io, Matteo, i racconti e il nostro pranzo. Mentre ci cambiamo siamo raggiunti dagli altri. Elena, Stefano e Massimo si sono girati ai Saloni Fossili, il Maresciallo invece é scappato subito a curiosare nella frana.
É ora di muoversi.
Pota parte con mazzetta e scalpello ricordandoci di recuperare anche il “Piede di Dio”, allarga un primo passaggio selettivo così da essere infastiditi di meno dall’acqua; lo seguo, dietro ci sono Terry e Marco che aspettano di la dal buco per il pochissimo spazio a disposizione.
Matteo riconosce il posto, un limite dove quasi certamente si erano spinti giá altri, ma noi vogliamo andare oltre; allora si infila in un laminatoio sulla destra seguendo il passaggio dell’acqua mentre io mi metto a spostare dei blocchi che ostruiscono un passaggio in frattura a sinistra.
Mi giungono bestemmie sotto forma di bolle e mi domando in che razza di passaggio si sia cacciato…Dopo pochi minuti rientra e mi chiede se voglio andare a vedere; Bel posto! Un laminatoio perfettamente orizzontale, nel punto più basso non si riesce a tenere la testa fuori dall’acqua, il torace passa a mala pena. Ecco da dove arrivavano le bestemmie sotto forma di bolle! Una volta passato trovo il pi greco, qui non é che chiude, tappa!
E se quelli la dietro si mettessero a pisciare tutti insieme?
“Morti annegati in strettoia in acque un tempo limpide, giá trasportatrici di marmettola e spazzatura di sudici speleologi, oltreché nelle urine dei loro compagni”.

La frattura dove toglievo i sassi da sullo stesso ambiente, ne abbiamo ricevuto conferma scambiandoci un segno di Luce.
Dunque uscendo da questo posto invitante verifichiamo altre possibilitá fra i blocchi che non risultano essere migliori.
Il Maresciallo e Marco stanno tentando una disostruzione in un altro dei tanti passaggi che troviamo in questa frana, li raggiungo subito per aiutarli. Qui bisognerebbe togliere una lama di scisto incastrata che ostruisce il passaggio , beh é incastrata perché grava su di essa un blocco di marmo da almeno 80kg, bello starci sotto vero? allora prendo il Piede di Dio e lo tolgo da li facendolo adagiare lentamente al suolo. Una manovra pulitissima per fortuna ed ecco che la lama é libera e si fa di nuovo avanti Iceman, ma nulla da fare, ci alterniamo io lui e Marco ma non si passa ancora. Si avvicina Claudio per vedere a che punto siamo, Marco lo invita a venire mentre lui dice che sarebbe meglio di no poiché oggi voleva dedicarsi a svolgere la funzione di chierichetto, poi udiamo una voce femminile (è Mary). Esclamo “Potere alle donne! Prova a passare e dacci buone notizie! ” ma niente da fare neppure per lei, ci descrive meglio la situazione e decidiamo di lasciar perdere.
Nel frattempo Matteo era andato a curiosare nel Ramo Pinerolo e una volta radunati tutti i dispersi nelle ricerche del nuovo fondo decidiamo come muoverci.
Pota, Claudio, Marco ed io andiamo al Ramo Pinerolo, mentre Iceman, Teresa , Mary e Maurizio si incamminano verso l’uscita.
Il Pota ci porta a un passaggio infondo alla galleria fossile del Ramo Pinerolo, gli ho raccontato delle cose che mi dicevi riguardo al fondo e a questo ramo, mi ha sorpreso proponendomi di dedicarlo a te qualora trovassimo qualcosa di bello. Di la sembra continuare allora preparano una disostruzione, mentre io alleggerisco il sottotuta e riempio lo stomaco. Mi infilo in un meandrino in alto a destra, é molto stretto qui, lo percorro per qualche metro poi risento bene le loro voci e vedo il cavo elettrico, credo di essere sbucato di la dal passaggio da disostruire. Dunque li fermo tempestivamente chiedendo di avvisarmi prima di tirare, in maniera da potermi mettere al riparo.
Tre, due, uno si! Sono sbucato proprio di la dal passaggio, miseriaccia c’è una saletta e basta, l’unica via é una frattura sempre a destra ancora più stretta del meandrino che ho percorso per arrivare fin qui. Poi uno sfondamento sul pavimento, creato da una colata calcitica spessa 4 dita, metto la testa giù e vedo delle luci… “scusate ma li intorno a voi c’é uno sfondamento alla base?” Rispondono si! Beh allora se é praticabile si può tornare indietro passando sotto la colata calcitica, roba da matti!! Torniamo indietro e andiamo ad arrampicarci in un posto che sembrerebbe essere interessante. Dopo un po’ Matteo vede dei fix esclamando “ma qui si va in libera!”, Claudio e Marco controbattono “non sono mica tutti il Pota!”. Io ho percorso un cunicolo e arrampicato un camino sentendo la voce di Matteo molto vicina, no ho ben capito che razza di giro abbia fatto ma sono sopra di loro, 4 metri sotto la sosta di disarmo di chi aveva chiodato la risalita. Comunico tutto a loro, si potrebbe continuare in libera ma le pareti sono completamente infangate e qui diventa più esposto. Allora Matteo mi lancia una cima con un paio di attacchi per farmi sicura. Ci addentriamo alla scoperta di questo posto impestato che risale tendente all’infinito nelle medesime condizioni. Esclamo “ma una volta tanto che potrebbe chiudere non chiude mai! Al diavolo! Se questa deve essere la nuova via per il fondo, che resti pure dov’é! “. Torniamo giù , Pota tenta un’altra arrampicata ad economia di fix, rivediamo altri buchetti e andiamo via lasciando un ultimo punto interrogativo per la prossima volta. Ovviamente per noi non finisce qui…
Quanti hanno tentato di oltrepassare l’attuale fondo? E in quanti ci proveranno ancora? Prima o poi dará qualche soddisfazione!

Ai Saloni Fossili, increduli, riagganciamo gli altri 4 che si erano separati da noi al fondo e dopo averli calorosamente infamati ci incamminiamo. Ovviamente ennesima lunga attesa in cima al Pozzo a Elle dove qualcuno è risalito per mezzo della propulsione dei canti tutt’altro che religiosi intonati dal Pota. Qualche corda più e siamo fuori con le gambe sotto al tavolo alla Pollaccia concludendo la serata in ottima compagnia e totale allegria.

Salvatore.

Fotografie di Salvatore Iannelli e Marco Vitali


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