Quello che è successo nella notte tra il 31 agosto ed il 1 settembre 2013 è il coronamento di un sogno. Di un viaggio iniziato nel 2006 da Max, Kraus e compagni che hanno spaziato per i sette anni a seguire in un labirinto da loro stessi costruito. Oggi anche il coronamento di una bella amicizia prima che di una collaborazione davvero trasversale.
La giunzione sì, era nell’aria. Nell’aria che furibonda percorreva il budello bagnato disostruito a -90 dai sebinici a prezzo addirittura di qualche diarrea… Il meandro seguente parlava chiaro: ormai sovrapposto ad Aria Santa, una delle più estese ramificazioni di Bueno Fonteno verso monte, separata da solo 60 metri di dislivello. Il primo camino utile per finirci dentro era stimato dopo circa 300 metri. Teoricamente una giunzione scritta, se non fosse stato per quelle ore in cui là dentro abbiamo poi vagato…
Dopo mezzo chilometro di opposizione in meandro, infatti, il sospetto vivido che Nueva ci stesse tirando un altro scherzetto: una prosecuzione a sé stante. Come una delle tante seguite negli ultimi mesi, profonde e in alcuni casi prostranti.
Non a caso nei sacchi avevamo sì la chiave del cancello d’ingresso di Bueno ma anche materiale in abbondanza…
Dopo 6-7 ore nello stesso infinito meandro, il dubbio di essere fuori dal raggio di un’eventuale giunzione diviene una certezza. Avremo fatto un chilometro? Forse di piu? Chissà come staranno impazzendo Max, Laura e Fabio che seguono rilevando! Ormai vaghiamo nei dubbi più fumosi, alternandoci alla guida dell’ isterica fila indiana ora comodamente sul pavimento di quella che è diventata ormai una bella forra attiva grazie alle varie confluenze. Ma dove stiamo andando?
Ad un tratto un passaggio basso concrezionato invita a raggiungere il livello alto di quella che pare subito una bella galleria: alcuni passaggi esposti sul fragore lontano del collettore lasciato poi mi blocco sul nero di un pozzone da 50 metri. L’aria è sempre più decisa.
Tornando indietro approfitto della pausa pranzo dei compagni per fissare un paio di traversi assieme a Benji e prepapare l’armo del pozzo. “Vai , vai pure!” la benedizione ancora a bocca piena.
Sotto il bordo fangoso inquietanti stalattiti sono sospese su un vuoto enorme. A -20 il faro della mia Scurion illumina due bottigliette blu sul masso vicino ad un fiabesco lago, inequivocabile prova che per lo meno da quel meandro oggi non dovremo tornare. L’urlo della giunzione si pietrifica nella brillante calcite che vela ogni cosa.
Lungo questi infiniti 30 km non potevamo finire in un posto più bello. Il resto è solo nostro. Fatto di urla, di stupore, di lacrime, di abbracci, di pacche sulle spalle, abbagliati dagli autoscatti, rapiti da un’isteria di cui vivere per sempre.
http://www.youtube.com/watch?v=CeHMSORH5Ps
Matteo “Pota” Rivadossi
Graffiti
Isteria collettiva
Kraus, Fabio, Pota, Benji, Grip, Massi, Max, Laura e Andrea, i magnifici 9 a Portobello
Le lacrime di Max Pozzo
Portorotondo, uno dei luoghi piu incredibili del complesso
Sul fanatstico p.45 della giunzione