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Omber – il giro delle arie allo Sprint

Nell’ambito del progetto “Cariadeghe”, la cui ambizione è quella di risolvere i grandi punti di domanda lasciati indisturbati da decenni sul rilievo dell’Omber (247 Lo) al fine di allargarne conoscenze ed orizzonti, è da tempo che Max ed io monitoriamo i flussi delle arie sia all’interno del sistema Lo 247-791-498, sia in esterno presso gli ingressi più promettenti rilevandone direzione, temperatura e velocità.

Quello che ne sta uscendo pare essere un quadro complesso e di difficile comprensione se consideriamo che la porzione di altipiano interconnessa al sistema Omber va da quota 800 a 1100 circa m s.l.m.; in tutto questo intervallo troviamo sia grotte meteo alte (ingresso alto con aria in uscita in inverno) sia meteo basse (con l’Omber si apre a quota 850m circa e si comporta da ingresso alto), e addirittura cavità che aspirano o soffiano costantemente, indipendentemente dalla stagione. Perché?

Il programma di domenica è prendere in esame un tratto del “Ramo dei Laghi” per verificare le direzioni dei flussi delle arie. Complice la declassazione della Lombardia a “zona gialla”, a noi si aggregano Don e Matteo (No, non Don Matteo!), un nuovo giovane curiosante.
Una volta dentro (finalmente! La mente vaga spesso laggiù, ma il fisico lo esigeva da un po’!) e sorpassato con orrore ed estrema diffidenza il bisognoso di cure “mister Traverso” che permette di entrare nel ramo dei laghi, iniziamo subito a stabilire la direzione dell’aria.

Breve sosta al solito e comodo slargo dello Sprint e Max nota un’inversione delle arie; seguendo il fumo dell’incenso buttiamo l’occhio tra le marmitte inverse del soffitto, ma c’è da alzarsi in verticale e non abbiamo attrezzi per questo. Da indagare.

Si prosegue fino al “Pozzo a X” (che scendiamo e rileviamo), dove l’aria scende e prosegue assieme all’acqua del meandro già preso con le cattive più di vent’anni fa, per poi proseguire in spazi per ora intransitabili, ma in direzione molto interessante.
Da dove proviene l’acqua che arriva nel Pozzo a X e soprattutto dove va?

Proseguiamo verso i Fusoidi, dove le arie si mescolano: da essi l’aria scende e arriva anche dai “Rami del Sonno”, cioe’ anche dalla 498 Lo. Una parte dell’aria torna allo Sprint, mentre la maggior parte si infila nel cunicolo che porta alle vicine “Marmitte”.

La galleria tra il Primo e Secondo Fusoide è sconquassata e c’è stillicidio in più punti.
Don ci mostra una zona sottostante i Fusoidi, un crocevia di meandri dove un primo “a monte” presenta subito un camino attivo già arrampicato; l’altro “a monte” si infila sotto i Rami del Sonno e poi stringe, mentre nell’”a valle”, dopo oltre una decina di metri in grazioso e levigato meandro e dopo un brusco tornante, l’acqua prosegue in fessura intransitabile, mentre l’aria segue l’andamento del meandro che, dopo essersi alzato di 4 m, torna ad inclinarsi leggermente verso il basso.
E’ tutto un po’ stretto, ma sicuramente ben conosciuto, visto i vecchi segni rossi dei primissimi rilevatori dell’Omber.
Mi intrufolo da sola e sbuco in larga e bassa galleria, striscio 20 m e mi ritrovo nello Sprint, poco prima del Primo Fusoide. Ecco da dove sono entrati per raggiungere la sala sotto i fusoidi!… Mentre noi, calandoci dall’alto attraverso un penossissimo passaggio, abbiamo dovuto improvvisare precari armi naturali per fissare una corda.
E le acque di questo “a valle”, che ramo attivo alimentano?

Altro dubbio che tormenta Max: in altipiano ci sono molti ingressi che (in inverno) aspirano e pochi che soffiano, ma il flusso davanti all’ingresso dell’Omber non sembra giustificare tutte le iniezioni poiché non è “molto ventoso”. Perciò, dove va a finire il resto dell’aria insufflata nelle viscere dell’altipiano??

Vicky


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