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Omber : avanti col Pozzo X

Oggi siamo in 4 ad ascendere sull’altipiano che, in occasione delle recenti precipitazioni, è ricoperto da circa 30 cm di manto bianco. Superati tranquillamente i soliti imprevisti pre-ingresso, tra auto bloccate nelle neve, chi non trova le longes e chi a metà sentiero si accorge di non aver preso il casco, ci caliamo in grotta allegramente sotto una fine pioggia. Il percorso fino al Traverso, è stato risistemato dal Pota con chiodi resinati , ma in questo periodo alcune docce rimangono inevitabili. Giunti in testa al Pozzo X ci dividiamo: Frizzi e Max scendono nel meandro a disostruire, mentre io e Spara risaliamo un poco la galleria e ci infiliamo nella condotta fossile poco prima dei Fusoidi; da qui uno stretto meandro porta in un ambiente sotto i Fusoidi dove corre un attivo (vedi 2 post fa), mi ci infilo e butto del tracciante nell’acqua. Dopodiché rileviamo la condotta fossile (circa 50 m) per poi ritornare al Pozzo X.
Intanto gli altri due, al lavoro nel meandro attivo, confermano il passaggio del tracciante ma vedono anche il livello dell’acqua salire, tanto che nel giro di poco scorre fin sopra i sassi (della prima parte del tratto in allargamento). In concomitanza con l’ondata di piena (ce l’aspettavamo dato che fuori piove sulla neve) assistiamo all’inversione dell’aria di questo ramo: poco prima veniva aspirata verso il suo interno mentre ora ci soffia in faccia, sale ed esce nello Sprint. Proseguiamo col lavoro ma appena Frizzi aziona il trapano qualcosa non va, la punta gira gira ma il battente non funziona più, perciò fine dei fori. Vani i tentativi di rianimazione, ma sconsolati e umidi non ci resta che risalire. Nel ritorno buttiamo occhio e naso al Camino del Telo dove l’acqua scende con costante stillicidio ma l’aria pare salire, e a quello vicino anch’esso attivo dove l’aria scende con una buona velocità per poi infilarsi in una condotta e risalire nel vicino Camino del Telo. Le loro acque invece, normalmente invisibili lungo il percorso data l’esigua portata, corrono in senso opposto, si infilano in una bassa condotta e con quasi certezza fuoriescono alla base della cengia del Camino Grande.
I quattro speleo ritornano in superficie nel tardo pomeriggio con la fine pioggerella che li stava ancora aspettando.
Nonostante l’infortunio del trapano abbia arrestato le nostre decimetriche ma costanti esplorazioni, la condizione di abbondanza delle acque (almeno il doppio rispetto all’ultima volta) ha aiutato a far chiarezza sui circoli idrici presi in considerazione e cioè: le acque assorbite nella zona dei Fusoidi si uniscono e scorrono poco sotto il pavimento dello Sprint per poi tuffarsi nel Pozzo X; dopodiché proseguono per vie ignote fino al probabile incontro di una strozzatura che in occasione di piene non smaltisce le acque e si riempie sino a sifonare. È anche plausibile la connessione con una via “a monte” prima della strozzatura da dove proviene l’aria a seguito dell’inversione. Le acque che cadono dal Camino del Telo e dal camino vicino, unite a quelle del Camino Grande, alimentano il circuito che passa dal Gran Canyon e più giù fino alla confluenza col Colorado River.
Nonostante l’umidità, è stata un’uscita divertente e piacevole, merito della compagnia “sciallata” ma gasata da nuove prospettive esplorative.

Vicky

Avvicinamento innevato

all'ingresso

istantanee dalla Galleria dello Sprint

strettoia nel meandro in esplorazione

sconsolazione per il trapano in avaria


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