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SAMAR 2009: fiumi sotto la foresta!

E’ in partenza la spedizione Samar 2009, organizzata dal Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegretti” e dall’Associazione per le Esplorazioni Geografiche Odissea Naturavventura. Dal 30 marzo al 29 aprile 2009, 11 speleologi (3 bresciani, 2 veronesi, 1 vicentino, 3 francesi e 2 filippini) opereranno nella più importante area carsica dell’isola di Samar (la più grande delle Visayas, Filippine centrali).

A Samar, da vent’anni meta fortunata di una decina di spedizioni italiane e francesi ma mai facile politicamente per via della guerriglia maoista del New People Army, l’obiettivo principale sarà l’esplorazione della zona più remota del carso situata ad est di Calbiga e raggiungibile dall’ultima strada passando per il villaggio di Buluan con almeno 3 giorni di cammino.

Un’occhiata alle carte topografiche basterebbe a spiegare l’enorme potenziale esplorativo della zona: si tratta di una vasta porzione di calcare (più di 200 km quadrati!) crivellata di profonde depressioni e affioramenti taglienti sotto la copertura di un’intricata foresta tropicale primaria. L’idrografia superficiale, che prima si articola su terreni impermeabili con diversi fiumi, ad un certo punto sparisce inghiottita dalle rispettive valli chiuse. Un percorso di svariati chilometri per 2-300 metri di dislivello prima di venire nuovamente alla luce dalle magnifiche sorgenti della Taft River o del Calbiga River, quest’ultima tra le più grandi al mondo con una portata minima di 20 metri cubi in regime minimo.

Ricordiamo che nel 2004 sempre una spedizione italo-francese guidata da Sounier e Rivadossi, pur nella sua brevità considerando che venne bloccata presto dalla guerriglia, fu coronata dall’esplorazione seppur parziale del mitico collettore di Mactingol. Il “fiume che romba” per tutta la speleologia mondiale con una portata di ben 10 metri cubi al secondo!

In coda alla spedizione Visayas 2008 invece un’incursione soprannominata “Mission Impossible”e condotta nella zona più a Nord ha confermato l’esistenza di uno spartiacque e quindi di un secondo enorme bacino che farebbe capo al Taft River.
Nell’unico giorno di esplorazione possibile, vennero topografati ben 3600 metri di enormi gallerie fossili che spaziano nella zona intermedia compresa tra inghiottitoi e risorgenze.
Un bel bottino che però i locali sembrano snobbare, certi che in zona si apra la “Madre di tutte le grotte”. A loro dire questa cavità avrebbe dimensioni medie ciclopiche paragonabili all’ingresso di Langun. Per la cronaca largo 150 metri…

“Come al solito ci affideremo ai locali, gli unici veri capaci di muoversi là dentro: il loro appoggio, le loro informazioni come la semplice traduzione dai vari dialetti all’inglese, saranno preziosissimi per riuscire anche solo a spostarsi in un territorio così particolare come quello del carso tropicale. Per di più caratterizzato da un delicato equilibrio socio-politico…
L’anno scorso con un permanenza di 10 giorni presso il villaggio di Buluan abbiamo definitivamente guadagnato la loro fiducia con una bellissima avventura, unica anche dal punto di vista umano.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere personaggi come Dundy soprannominato “Mr. Ibingan Dundee”, capace di bere dalle liane e mangiare qualsiasi cosa si muova. Oltre a dissuadere ovviamente qualsiasi cobra (ibingan, per l’ appunto) si aggiri nei paraggi…

Con loro ci muoveremo con un campo itinerante in completa autonomia: contiamo su una permanenza di una ventina di giorni ben sapendo che questa comporterà una dura prova psicofisica. Nel 2004, dopo cinque giorni di pioggia monsonica ininterrotta, eravamo un tutt’uno con il fango da 50 cm ed il morale che si ripigliava solo rischiando la pellaccia su chilometri di collettore. Il sesto giorno a momenti ringraziavamo i guerriglieri che ci bloccarono sequestrandoci tutto il materiale!

Per me questa è l’ottava spedizione in Filippine e la mia fortuna è di avere a fianco compagni di grande esperienza: quest’anno avrò addirittura il piacere di fare da “capo” anche a dei veterani come Guido Rossi alla sua tredicesima spedizione nell’arcipelago o Jean Paul Sounier, figura mitologica della speleologia mondiale con all’attivo una trentina di spedizioni solo in Papua Nuova Guinea!”

Saranno della partita i bresciani Matteo Rivadossi, Massimo Benini e Claudio Castegnati, i veronesi Guido Rossi e Lorenzo Caramazza, il vicentino Stefano Panizzon, i francesi Jean Paul Sounier, Tristan Godet e Alain Jamin oltre ai i locali Joni Bonifacio e Sherwin Orbeta.

Oltre al rilievo topografico e alle fotografie, si cercherà di girare immagini digitali nella speranza di riuscire, in un prossimo futuro, a chiudere in un unico video-documentario tutte le campagne del GGB e di Odissea in Filippine.

Ricordiamo che le spedizioni in filippine guidate da Matteo Rivadossi e da Guido Rossi continuano a raccogliere risultati esplorativi e sportivi eccezionali: con una media di 15 km rilevati ogni spedizione ormai da anni sono la conferma che anche in pochi, con budget limitati e senza troppi fronzoli, si possono vivere avventure vere con risultati degni di chiamarsi speleologici.

Per chi volesse seguire gli sviluppi della spedizione potrà farlo su questo sito che sarà aggiornato costantemente grazie ad un collegamento satellitare quest’anno particolarmente sofisticato.


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