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SAMAR 23 e 24 marzo: terzo aggiornamento

Campo base presso Barangay hall di Mabini , venerdì 24 marzo ore 20,30 locali.

Che giornatona anche oggi, gnari! Una San Miguel gelata, sì! Finalmente posso sedermi e raccontarvi qualcosa di due punte da incorniciare nella potente Bugasan Cave. Ora che ho appena dato 3 punti di sutura al palmo destro di uno stoico Guido, già Mago Gangialf, una bella verta rimediata senza guanti su uno dei milioni di rasoi carbonatici sparsi sopra e sotto i carsi di mezzo mondo. Ma soprattutto ai tropici.
Ieri una delle più belle avventure: quella di risalire dal salone di Games of Thrones, più di un chilometro di collettore uscendo all’esterno da una rapida surreale di 5 metri cubi al secondo. Quel portale largo 25 metri dopo l’ansa di un fiume verde che vi si inabissa, un ricordo per sempre per me, Lillo, Matjaz e Teresa.
Il fatto che abbia smesso di piovere non è sinonimo di tranquillità, visto che abbiamo deciso di non farci tentare dal gps ma di rientrare comunque a rilevare: inquietante il gioco dei livelli di alcuni laghi che fungono da polmoni. Come il Grande Lago (55×40) metà delle rapide muovevano la superficie a mo’ di gorgo; inquietante vederli riempirsi tramite difluenze che, una volta riunite al corso principale, farebbero riversare tutta l’intera portata!
Assorbiti dal compito di geografi, sfruttando la corrente a favore, arrivati alla parte di attivo stretta, optiamo per quello che pensiamo sia il relativo by-pass. Gallerie con vasconi fermi, saloni, poi finalmente eccoci sulla sospirata parte larga del collettore.
O almeno lo pensiamo quando, continuando a rilevare, arriviamo a trovarci la corrente contraria! Ma come è possibile, ci domandiamo? Dove siamo finiti? Intanto la galleria ingorda ci assorbe in una situazione kafkiana. Dopo 50 metri di lago nero approdiamo su una duna proprio davanti ad un ibingan o cobra nero delle Filippine che suona come ulteriore presagio…
Beh, ormai siamo qui, Pota: vediamoci questo nuovo ramo schizofrenicamente, poi ad uscire ci penseremo. Ben 400 metri di corsa e continua! Poi, ad uscire, due laghi da 30 metri contro corrente prima di svalicare sospirando sul ritrovato collettore principale… Mentre mi ripeto “mai vista una serie di difluenze così!” arriviamo alla trentacinquesima tratta da 30, le ultime con bindella e strumenti grazie al disto fottuto.
Oggi rientriamo in Bugasan Cave con Guido e Joni, reduci da un tour de force di permessi senza precedenti: obiettivo rilievo ed esplorazione del Ramo Ibingan, appunto!
Dopo varie peripezie siamo al terminus di ieri e poi in esplorazione: gallerie fantastiche con uno spreco di gours e colate fiabesche. La chicca di uscire in foresta sotto i tuoni di un temporale è ancora uno degli effetti psichedelici di un’esplorazione per sempre. L’ennesima o la seconda nel caso di Teresa, non fa differenza…
Ma bando alle emozioni che ci sono ancora trenta tratte da fare! Che grotta, che squadra!

Pota

il portale dove si inabissa il fiume

le rapide che ci hanno fatto poi scoprire il fiume che entra in grotta

il Pota che disegna il grande lago e il suo vortice

animali da grotte tropicali

il cobra… il primo per Teresa in grotta che sperava tanto fosse morto e non vivo…

quando il disto ti abbandona, ma tu hai la bindella da 40 metri.. tiè!

l’ennesimo lago da attraversare di questo grande collettore

i piedi di Lillo vs i piedi della nostra guida che oggi, per la prima volta, è venuto per un breve tratto in grotta con noi

e anche il Ramo Ibingam ci regala l’uscita dalla grotta.. sempre più grande!

ennesimo posto che ci ha incantato

chi nuota, chi fotografa e chi continua a disegnare

arabeschi di calcite

ogni angolo è fiabesco

Games of Thrones illuminata con raggi di luce naturale

la mano di Guido.. 3 punti più gli stripes… va che fortuna!


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