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Secondo giorno: 3 squadre, 3 obiettivi…

Calbiga 12 aprile h 21:45

Pronto.. pronto .. qui squadra Relax di ritorno da GUINTOBLE… missione completata!

La nostra squadretta, così nominata dallo stesso capo  branco, il coriaceo e intramontabile Guido, è composta da me, Claudio, Lillo e i simpatici filippini Joni e la new entry Darly .

Ci siamo svegliati alle 5 di mattina con il resto del team che partiva all’alba  verso Langun; appena finito il trambusto della loro partenza, il capo ci comunica di starcene tranquilli in quanto il bus verso San Raffael sarebbe partito alle 11 da cui il nome della squadretta.

Finalmente, dopo il trasferimento in bus e l’acclimatamento alla capanna del parco gentilmente concessaci dal capo villaggio, siamo pronti ad andare in grotta. Dopo circa un ora e mezza di avvicinamento abbandoniamo la luce del sole con l’obbiettivo di completare il rilievo della grotta ed effettuare delle risalite alla ricerca di gallerie fossili che ci consentano di proseguire oltre gli attuali limiti esplorati.

Una buona opportunità sembrava essere un degno affluente che purtroppo diventa intransitabile dopo una 50 di metri. Mentre Claudio e Lillo insistono perlustrando ogni possibile pertugio verso l’alto, inesorabilmente ostruito dalle eccessive concrezioni, io e Guido ci dedichiamo alla topografia.

Le operazioni di rilevo si rilevano più lunghe e laboriose del previsto a causa della morfologia stessa della grotta che alterna ampie gallerie a stretti passaggi semi-sifonanti, costringendoci ad una lunghissima serie di battute fin troppo corte per lo stile filippino dove il Disto raramente batte sotto i 50 metri…

Morale della favola: rilievo concluso, risalite effettuate e spazio anche per qualche foto. Guintoble, che aspettava dal 2008 a causa della sua ipersensibilità alle condizioni meteo (troppi i punti in cui basta una spanna d’acqua per fare la fine del topo) è finalmente un capitolo chiuso. Nota tecnica  la porzione di rilevo della parte centrale della grotta di circa 700 metri conclude lo sviluppo di quasi 4 km della grotta con un dislivello probabilmente vicino ai 180m che potrebbe portare la grotta ed essere la più profonda di Samar.

Usciti verso le 8 del mattino, ci siamo goduti un assortito menu a base di riso e pesce affumicato al villaggio tornando poi alla base pronti per il prossimo obbiettivo. Per ora passo e chiudo, un saluto a tutti.

Davide Merigo

La seconda squadra composta da Mauri, Pirlo e Benji si dirige nuovamente a Gobingob per esplorare e chiarire alcuni dubbi sull’enorme diramazione fossile superiore che per l’occasione rinominiamo “Ramo dei Turisti Ciccioni”. Difficilissima e caldissima parte di grotta dove orde di visitatori sprovvisti di casco e con infradito ai piedi si avvicinano al mondo della speleologia. Naturalmente non volevamo abbassarci a tanto, per questo già dopo pochi metri abbiamo deciso di battere in ritirata. Nonostante il ramo fosse rimasto fossile per migliaia di anni, oggi, con nostro enorme stupore, si è ripresentato percorso da un attivo di sudore e imprecazioni. Un pozzo irraggiungibile e gallerie incognite resteranno tali, almeno per oggi. Piccolo aneddoto di grotta: “Benji… ma perché in una galleria di 40m di diametro continui a cercare dietro le stalagmiti buchi con diametro di 10 cm ?” Risposta: ”in Omber ho sempre fatto così…”. Risultato dell’operazione = PAZZIA PURA!!! Una volta bevuta tutta l’acqua, sudata e ribevuta sottoforma di sudore la nostra scelta è stata quella di lasciare tutto in mano ai novelli speleologi filippini.

Daniele Pirlo

Se fare speleologia ai tropici è seguire l’idrografia sotterranea, ricostruire il percorso di un fiume dall’inghiottitoio alla sorgente è sempre un’emozione.

Oggi io, Rok, Barbara e Lando ed altri 3 porters dal villaggio di Panayoran abbiamo accompagnato Simon a Palaspas, la grotta che inghiotte il fiume omonimo. Il segmento più alto di tutto il nostro sistema. Obiettivo tentare la giunzione del sifone finale con il sifone a monte della grotta Borabot distante solo qualche decina di metri.

Il portale drappeggiato di edera, le rapide che spariscono nel nero: Palaspas per 500m strega la nostra fantasia. Simon si cambia all’ultima spiaggia utile, 50 m  prima del sifone vero e proprio. Tetro, nero e quasi irrespirabile. Simon s’immerge, sparisce per ben 45 minuti oltre i bambù che galleggiano. Poi la luce di ogni sub a cui vorresti chiedere tutto ancora prima che respiri. Prima che tolga la maschera per ritornare nel nostro mondo. Allora Simon, cosa hai trovato? Il sifone, ci racconta, scende a -20m poi si sposta per 40 fino a risalire a -2 ma è tutto un pericoloso slalom tra enormi tronchi e bambù putrescenti. Difficile fare di meglio con una visibilità inferiore al metro fare di meglio cercando la via in un accatastamento ciclopico che separa le due grotte davvero per qualche metro, almeno a così ci dicono le topografie.

Peccato, sarebbe stato un chilometro in più al grande complesso a cui stiamo lavorando. Per noi il vanto di percorrere il suo Fiume anche in quel tratto.

Matteo Pota Rivadossi

all'ingresso di Palaspas

ananas all'ingresso di Palaspas

ananas all'ingresso

arrabbiatura per le nuove 5.10 canyoneer 3, scollate alla prima uscita!

aspettando i porter

Claudio e Lillo arrampicano la cascata della confluenza

gallerie iniziali di Guintoble

Guintoble nella parte centrale

i porters in avvicinamento a Palaspas

il paesaggio deforestato tra Panayoran e Palaspas

il riposo dei guerrieri di Guintoble

il villaggio di Panayoran

l'ingresso di Palaspas


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