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Ultimi due giorni di spedizione: la delusione per la mancata giunzione

Barruz, venerdì 01 maggio ore 22:00

Giovedì 30 aprile, inarrestabili come dall’inizio di questa avventura, siamo entrati tutti nella grandiosa Male-Ho e dopo tre nuotatine in bei laghetti coronati da grossi tronchi, ci siamo divisi in due. La prima squadra composta da Matteo, Gigi, Mauri e Claudio, belli carichi di bombole e attrezzatura sub (ad esempio cocchi, maceti e roba simile…) si sono diretti al fondo per esplorare la prosecuzione del sifone cercando di ritrovare il sagolino che Gigi aveva lasciato durante il tentativo di giunzione a Sulpan Cave. La seconda squadra de-composta da Guido, Benji e il sottoscritto ha il compito di addentrarsi e rilevare un ramo laterale detto “Ramo Benji” (il nome arriva dal suo scopritore). Data la presenza di una brezza leggera, che accompagnerà l’allegra compagnia per ben 900m, viene presunta anche una possibile prosecuzione. La galleria è di tipo freatico e le dimensioni sono molto inferiori a quelle del ramo principale, tanto è vero che siamo stati costretti a procedere accucciati per parecchi metri soprattutto verso la fine. Siamo arrivati dopo un lungo rilievo in un complicato sistema freatico con un groviglio di condotte. Lanciato il dado ne abbiamo seguita una e trovando un sifoncino siamo costretti a cacciare la testa in acqua. Al di là abbiamo trovato una sala 10×20 alta circa 20m, Benji ha proseguito da solo in un altro groviglio di condottine e per circa 150m senza rilevare. Alle 19:30 abbiamo battuto in ritirata e usciti da ramo abbiamo scoperto che l’altra squadra probabilmente è già arrivata a Barruz. Raggiunta l’uscita di Male-Ho abbiamo trovato una simpatica sorpresa: buio pesto, in piena foresta, nessun portatore e tre bei cocchi chiusi, che guardandoci da una pietra dicevano: “E mo’so caXXi vostri!”.
Buona Notte a Tutti e sappiate che tuttora stiamo ancora girando per la foresta cercando la via del ritorno.

Daniele Pirla Pirlo

Barruz, casa Calagos, sabato 2 maggio ore 10.00

Male-ho, la punta di ieri: carichi solo delle due bombole, perché il resto del materiale sub l’abbiamo lasciato al fondo il giorno prima, ci addentriamo in grotta. Lo scopo è sempre lo stesso, trovare il passaggio con Sulpan Cave.
Io e Claudio, oltre ad avere il compito di trasportare le bombole ne abbiamo un altro: verificare le quote di alcuni punti nevralgici fuori (sorgente di Sulpan Cave, ingresso di Sulpan Maleho) e dentro la grotta (sifone delle rapide, lago del salone, sifone del fondo) per poter in seguito formulare delle ipotesi su come l’acqua si muove nei luoghi ipogei ignoti a noi.
Tutto fila liscio e in poco meno di due ore siamo al fondo. Gigi si immerge una prima volta nel sifone finale, uscito si immerge subito nel lago del salone che anticipa il sifone finale di circa quaranta metri.
In entrambe le immersioni centinaia di metri allagati ma nulla di fatto a livello di giunzione.
Si preparano i sacchi e carichi come muli, almeno 15 chili e più, ci incamminiamo verso l’uscita dentro e fuori dall’acqua dove in alcuni laghi dobbiamo nuotare, fortunatamente i sacchi li abbiamo fatti galleggiare con delle bottiglie di coca cola vuote.
All’uscita cocco a volontà.

Maurizio Mauri Reboldi

Nel sifone al fondo di Amle-ho una delle due gallerie esplorate si indirizza nella direzione giusta Sud-Ovest ma purtroppo tutti i tentativi per superare le strettoie finali sono vani, la superficie è ancora un’utopia. In questa galleria sono sceso a -13mt e raggiunto i 200mt di distanza dall’ingresso.
Nel lago del salone mi immergo per verificare la congiunzione con la galleria esplorata nella prima immersione ma una sorpresa mi aspetta in questa complicata labirintica zona: nessuna possibilità di unire le due gallerie ma dopo 60mt di progressione riesco a trovare una sala aerea purtroppo senza prosecuzioni evidenti. La galleria prosegue sott’acqua ma per questa volta l’aria a mia disposizione è finita, devo rientrare.
La terza congiunzione subacquea della spedizione, quella che ci avrebbe regalato 25 km, non è riuscita ma questo è un dettaglio numerico. L’esperienza maturata in compagnia di amici fantastici, vecchi e nuovi, annulla la delusione esplorativa.

Say Gigi Baba

Venerdì 1 maggio festa dei lavoratori ma non degli speleo: l’alba è castigata da una pioggia torrenziale. I pensieri son tutti per l’attrezzatura di Gigi lasciata al sifone di Male-ho, al rischio di beccarsi una piena laggiù. A tratti pare sia tutto finito. Piove davvero, piove per la prima volta in tutta la spedizione. Da Barruz partiamo comunque in due squadre: Gigi, Claudio, Mauri, Joni più quattro porters diretti di nuovo al sifone di Amle-ho ed io, Benji, Zar e Lando con l’obbiettivo di esplorare le grotte nei dintorni di Mabuhay, la barangay ad un ora da Camonoan in odore di guerriglia. Praticamente come non ci fosse un domani… Con la pressione barometrica e la voglia sotto i piedi, ancora sugli stessi sentieri. Ormai dei toboga fangosi: per la quinta volta in cinque giorni mi ritrovo a Camonoan, due ore di cammino ridotti ormai alla metà dalla perversa abitudine. Sudore, pioggia alla fine in foresta, sul viso e sui vestiti fradici, sono la stessa cosa. Meglio del sole soffocante.
Salutiamo la squadra sifone sperando che l’inghiottitoio prima dell’ingresso faccia il suo lavoro senza tracimare in grotta: mi raccomando, gnari! Occhio di tornare vivi, se non altro per la ricompensa promessa a Manila in caso di giunzione!
Bene, guidati da un local di Camonoan, noi invece procediamo per ripidissime tracce più che sentieri. Vallette profonde forestate si alternano a pendii coltivati: la via? Sempre quella più ripida, demonion Ka! Eppure ci sono capanne, bambini, contadini, cani. Come fanno a vivere qui?
La prima grotta è Libon-nga Igang, un meraviglioso cenote che illumina di azzurro il fondo buio di una depressione. Dalla quota facile presumere che sia una finestra sullo sconosciuto a monte di tutta Male-ho, che posto! Non a caso è considerato un enchanted a cui portare religioso rispetto: chissà che gallerie a monte, a valle!
Per la dry cave, la dako cave (grande grotta) promessa invece serve camminare ancora due ore. Durissime. Qualche dubbio quando esauriti di ogni energia, aspettiamo che la guida ritrovi l’ingresso: ma non doveva essere dako? No, little entrance, dako inside! Ma che ca.zo! Tra tronchi abbattuti a mo’ di ponti, lame di calcare e spine l’ingresso: air con, air con! Seguiranno 100m di meandro, un pozzo da 15 sceso dai locals con le liane poi una serie di sale concrezionatissime. Rileviamo nauseati, ignorando varie prosecuzioni. Forse basta, siamo proprio in fondo. Alla spedizione, alle energie.
Al ritorno il tramonto arriva aspettando l’altra squadra all’ingresso di Male-ho, mangiando cocco abbrustolito nell’apprensione di non vedere i compagni tutti interi che arriveranno solo alle sette.
Due ore di rientro con i piedi sciolti nei calzari, le giunture a pezzi, la scivolosità del terreno che ormai è solo puro equilibrismo. So bene che è l’ultima volta. Alla sorgente l’ultimo bagno ristoratore. Respiro l’odore di quest’acqua carsica che ogni speleo saprebbe riconoscere. Ciao Sulpan Barruz. Due lacrime mi solcano il viso per la mancata giunzione, di più per la nostalgia che da domani ogni velleità apparterrà al prossimo progetto. La fatica quella non la conto più perché so che il possibile è stato fatto e da tutti.
Manca il guado, le ultime sgommate da panico. Poi a casa la cena ordinata per satellitare a Pirlo è già pronta. Guido ci da la notizia inquietante che oggi fuori Camonoan nei posti in cui cercavamo grotte hanno ucciso una persona ritenuta una spia. Inquietante collegare che sul sentiero abbiamo incrociato proprio il drappello dei quattro responsabili. Visi tesi, una fretta inconsueta: ora sappiamo perché. Anche questa è parte dell’avventura…

Matteo Pota Rivadossi

magazzino materiali

partenza giornaliera da Barruz

il solito attraversamento del Barruz River

equilibrismi sui sentieri

e questa doveva essere la dako cave (grande grotta) per cui abbiamo camminato 3 ore...

da qui non si passa!

l'incredibile Libon-nga Igang, considerato un enchanted place non a caso...

il fantastico cenote di Libon-nga Igang

rilievo del Ramo Benji

bellissimo freatico del Ramo Benji

Come dice il detto -passare per il buco della chiave-

Guido alle prese con il rilievo del Ramo Benji

preparativi prima dell'immersione

preparativi al fondo di Male-ho

ottima la Sbrasa, anche sott'acqua!

il sifone terminale di Male-ho

il pericoloso sifone in corrente delle rapide di Male-.ho

merenda aspettando la squadra Male-ho

il cocco è vita, acqua, cibo, legna da ardere

Five Ten Canyoneer 3 vera delusione per tutti!

calzari in cellophane per Carla...

capanna sopra Mabuhay

al lavoro sulle topografie nel salotto di casa Calogos


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