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Un nuovo –50 in altipiano di Cariadeghe

Fine Agosto, periodo di funghi in Altopiano: attività che si sposa molto bene con quella di ricerca ingressi. A chi non è capitato di andar per boschi alla ricerca di grotte e tornare a casa con buoni funghi e viceversa… è successo lo stesso a Max una mattina di fine mese quando, incuriosito da uno sfondamento sul fondo della dolina, trova qualcosa che convince i soci ad indagare meglio. Le giornate erano ancora molto calde e il piccolo pertugio aspirava decisamente, perciò viene battezzato “Aspiriño”.
Nel giro di due uscite di scavo riusciamo a scendere un pozzo da 13 m con detrito e fango alla base; sembra toppo, ma c’è un foro in un angolo e Silvio si mette a buttar sassetti. I primi due non sembrano rotolar giù molto, qualche metro; poi un altro sasso… con nostra grande sorpresa lo sentiamo rimbalzare 3 volte per poi concludere con un bel tonfo in lontananza. OOOH! Sale l’entusiasmo e la speranza di finire in un bell’ambiente… e chissà cos’altro, là sotto….
Sabato 7 Settembre molti soci che si danno il turno tra mattina e pomeriggio, si prestano per svuotare il terrazzino, portando in superficie il materiale con secchi, corde, carrucole e catene umane. Verso sera la fessura è transitabile, ma è da mettere in sicurezza poiché da sotto il terrazzino i massi incollati nel fango si staccano da soli!
Ovviamente torniamo il giorno dopo armati di rete metallica e, dopo averla saggiamente (si spera) fissata, finalmente si va ad esplorare. Il pozzo per i primi 8 metri è leggermente inclinato, poi si allarga di non tanto e prende verticalità. Il tiro nel vuoto ci fa appoggiare i piedi sopra una lama verticale in mezzo al pozzo che restringe lo spazio di transito; purtroppo il salone tanto sperato non esiste. Il punto più basso si raggiunge 12 m sotto la lama, senza però poter più proseguire oltre, dato che tutto si stringe inesorabilmente.
Il pozzo, dalla rete al fondo, ha una profondità di 40 m ed è un po’ stronzo: tutto quello che cade dall’alto ti arriva diretto in testa! Dislivello totale : -53 m.
Curioso il ritrovamento di un grande dente di erbivoro notato nel fango sotto un sassone(rimosso poiché pericolante) a circa metà del p 40; dalle sue misure (lungo 5,5 cm), l’erbivoro doveva esser di grandi dimensioni. Chiedendo qua e là potrebbe appartenere a un cervide, un alce o addirittura a un bisonte. Anche il luogo del ritrovamento suggerisce un salto nel passato di almeno decine di migliaia di anni.
Un doveroso elogio va al mitico Claudio che si è adoperato, sia per l’attrezzatura di recupero del secchio dal pozzo, trasportando e utilizzando tubi innocenti, carrucola grande e un attrezzo assemblato da lui (ossia un cerchione dell’auto con saldato un ferro a guisa di manovella da girare recuperando la corda), sia per la messa in sicurezza dell’ingresso con tubi e rete elettrosaldata. Ottimo lavoro.
Grazie a tutti coloro che hanno collaborato; spero di ritrovarli numerosi anche alla prossima punta, per cercare la batteria del trapano, incredibilmente smarrita alla base del p 13! Azz!!!

Vicky

Partecipanti (nomi in ordine del tutto casuale)
Per il GGB: Profe, Mak, Silvio, Elisa, Massimo, Linda, Max, Claudio, Don, Vicky, Teresa.
Per Underland: Nicolò e Max
Per Spelo Club Garfagnana: Massi Rossi

Squadra al lavoro

Il dente

il dente - vista frontale

Armo del pozzo finale

La messa in sicurezza dell'ingresso

Aspirigno 3D


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