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Finalmente Abisso Spino

Finalmente! Finalmente e’ arrivato il momento giusto. Dopo tanto tempo (anni…), tanti rinvii, sabato faro’ conoscenza con l’Abisso Spino.
Chi vuole venire? Alzano la mano Andrea (Fallo) e Alice.

Le previsioni meteo di cui mi fido (mi fidavo…) danno giornata coperta con temporali dalle 17. Vabbe’, ci bagneremo al rientro, pazienza.
Alle 7.30 stiamo percorrendo in auto la ripida strada che da Toscolano sale verso Casa Archesane; l’acqua ruscella lungo l’asfalto e attraversa i tornanti. Il cielo e’ nero; il mio umore di piu’.
Sotto una pioggia battente, taciturni, ci proiettiamo nella jeep dell’amico Fabio, sempre disponibile a traghettarci al rifugio Pirlo allo Spino, di cui e’ il gestore.
La grotta non presenta criticita’ anche nel caso di forti precipitazioni, ma l’avvicinamento sotto l’acqua…che diamine!
Il tempo di arrivare su al rifugio e, incredibilmente, esce un’occhiata di sole! Viaa, di corsa verso l’Abisso.
Come accaduto durante la ricognizione di 15 giorni fa, capiamo di aver raggiunto l’ingresso ancora prima di vederlo: un vento gelido in uscita dall’imbocco ci fa rabbrividire.

Armo e scendo i 60 metri dell’immenso salone che, come volumetria, non ha uguali in terra bresciana. Spettacolo: alla base del salone gironzoliamo separandoci, e ci scopriamo visibili l’un l’altro in dimensioni mignon…per fortuna che previdentemente Andrea ha portato un po’ di faretti di discreta potenza, cosi’ possiamo allestire il set fotografico.
Risaliamo sulla parete nord una ventina di metri di corda trovata in loco e ci infiliamo in una galleria freatica proporzionata al salone sottostante, con sezione iniziale superiore a 10×10.
E poi, ancora, una facile arrampicata ci porta nella Sala delle Marmitte, silenzioso e affascinante ambientone ricolmo alla base da una ripida china detritica.

Dopo pausa mensa ci rimettiamo in moto: l’intento e’ superare la frana alla base del salone per arrivare in testa alla sottostante Sala del Caffe’ Nero e riarmare la calata.
Ora possiamo essere proprio sicuri di essere in una grotta bresciana: tanto gli ambienti sovrastanti sono giganteschi, tanto i passaggi in frana sono scomodi e, soprattutto, sembrano interminabili! Dopo alcuni incastramenti dovuti ad “errori di rotta” e tanti, tanti passasacco, finalmente ci affacciamo sulla bella Sala del Caffe’ Nero. Riarmiamo, ci caliamo, annusiamo il meandro che riparte alla base ma decidiamo che, per oggi, puo’ bastare cosi’!

Chissa’ che tempo ci sara’ la fuori? Arrivo al frazionamento a 15 metri dalla testa del salone e, dal tambureggiare pressoche’ continuo del tuono, lo intuisco… In realta’ quando, pochi istanti dopo, mi affaccio dall’imbocco, sta’ quasi smettendo di piovere e inizia a fare capolino il sole!
Raggiungo a pochi metri di distanza il nostro spogliatoio / guardaroba (il nicchione di ingresso della Grotta delle Farfalle), e trovo Alice, uscita prima di me, ancora spaventata dalla tempesta con grandine che le ha dato il benvenuto.

Dopo la solita bicchierata e chiacchierata con i rifugisti (visto il meteo, per loro la giornata deve essere stata particolarmente solitaria…), si rientra contenti verso le auto: soddisfazione per l’eccezionale cavita’ visitata; soddisfazione perche’ l’obbiettivo del riarmo e’ stato portato a termine e ora l’abisso e’ pronto per una, si spera, fruttuosa campagna esplorativa made in GGB.

Stefano “Don”

La calata da 60mt della Sala da Te'

Alla base del salone

risalita per accedere alla grande condotta freatica

la condotta freatica

Il Salone delle Marmitte

Si risale!


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