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Ripartiamo col Garda: La Grotta dell’Uovo

Rispondo al solito appello sul gruppo WA, invito per l’attivita’ del fine settimana:
Ciao. Se la grotta è alla mia portata entro, altrimenti vi aspetto fuori (come stiamo a pozzi e passaggi stretti?).
Max mi invia un messaggio rassicurante: La grotta è alla tua portata, non preoccuparti! a domani!

Questa è la premessa all’escursione di Sabato 27 Giugno. Sì, perché vedete, mi scoccerebbe non poco rovinare agli altri il piacere di una giornata sotto terra. Sono consapevole dei miei limiti, dovuti all’età, allo scarso allenamento e alla limitata esperienza in grotta, e non vorrei proprio creare problemi a nessuno.

Finalmente, dopo diverse uscite sull’altipiano di Cariadeghe, sul lago di Iseo o nella bergamasca, qualcosa dalle mie parti, sul Garda. Ho da poco conosciuto Fabio e Roberta, i rifugisti del Rifugio Pirlo allo Spino. Giovani, simpatici, hanno iniziato l’attività in Ottobre 2019 ed il Corona-blocco li ha penalizzati non poco.
Conosco la strada per Palazzo Archesane e mi incammino, zaino in spalla, verso il rifugio. Ci arrivo in poco meno di un’ora e attendo gli altri. Pigiati nel gippottino di Fabio, arrivano Max, Vicky, Don e Nicolò; scaricano corde e zaini e, inutilmente, cercano di ricompensare il generoso Fabio per il servizio taxi. Grande cortesia estremamente apprezzata.
Ci incamminiamo, raggiungendo in pochi minuti il luogo indicato dal GPS di Max. Nicolò risale per una quindicina di metri utilizzando una fatiscente corda lasciata da precedenti esploratori e individua l’ingresso; lo segue Max, che per sicurezza arma il pendio con una corda nuova. Li raggiungiamo e iniziamo la discesa della Grotta dell’Uovo (586 LO). Bella, abbastanza concrezionata, pulita, ma, accidenti, un paio di passaggi per me sono proprio stretti. C’è voluta tutta la pazienza di Don e Vicky per suggerirmi come proseguire. E’ vero, c’è sempre la possibilità di rimanere incastrato un paio di giorni a digiuno, calare la pancia di quel paio di centimetri sufficienti a proseguire….
Arriviamo alla saletta terminale, davvero graziosa, e scendiamo per alcuni metri disostruendo un pochino e accedendo ad un cunicolo sottostante bloccato inesorabilmente, dopo pochi metri, da una frana.
Mentre Don ed io iniziamo la risalita, gli altri rilevano e disarmano.
All’uscita (per quanto bello sia sotto, è sempre piacevole rivedere la luce del sole e il verde dell’erba), Don viene colto da nostalgia: all’incirca nel 2005 era stato agli ingressi della Grotta delle Farfalle (585 LO) e dell’Abisso Spino (600 LO); ricordava che erano nelle vicinanze e aveva piacere a ritrovarli anche e soprattutto per memorizzare le coordinate col GPS.
Lo accompagno e, dopo poco, ritroviamo gli ingressi: sono in parete, ma si raggiungono facilmente grazie ad un cavo d’acciaio posizionato dai primi esploratori.
Don emozionato al ricordo di essere di nuovo lì, dopo 15 anni, quando si era ripromesso di tornarci dopo pochi giorni! La promessa e’ di ritornare a brevissimo, evitando di lasciar passare altri 3 lustri…anche perche’ l’aria, anzi, il vento gelido in uscita dall’abisso e’ estremamente invitante!
Scendendo verso il rifugio incontriamo il resto della banda che, instancabile, e’ intenta a sondare alcuni buchetti soffianti; poi, dopo birretta al rifugio, via, giù verso le auto a palazzo Archesane, dove si è chiusa l’escursione.

E’ stata proprio una bella giornata. E chi li ricorda più i passaggi stretti!

Massimo “Profe”

La risalita per arrivare all'imbocco della Grotta dell'Uovo

subito strettoie!

uno dei 3 pozzetti

brutti ceffi armano

verso la saletta terminale

la breve galleria inesorabilmente chiusa


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