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Storie di smemorati e di veggenti

Calbiga, venerdì 24 Aprile ore 22:00

Storie di smemorati e di veggenti. Ovvero cosa non fecero gli Abbagnale per farsi perdonare…

Stamattina siamo partiti agguerritissimi per Camparina Cave costringendo tutti gli indisposti ad impomatarsi con pomate veterinarie i piedi da Padre Pio per l’estremo sacrificio della penultima esplorazione. L’obbiettivo ovviamente il misterioso grande attivo che Frizzi e Claudio hanno scovato oltre un finestrone 400 metri prima della giunzione con il Sistema Ludi Bito-Burabod. Siamo in otto compresi Joni e Tristan. Ci dividiamo in due squadre della morte, una a monte l’altra a valle. Io parto con Guido, Claudio e Joni risalendo la corrente. Dopo un meraviglioso corridoio di 400 metri la galleria si allarga fino a 20 metri. Sulla spiaggia di destra in parte a dei grossi tronchi neri noto delle orme. Penso subito ad un vicino ingresso, ai passi di qualche impavido pescatore di anguille. Io non conoscendo tutto il collettore incalzo il Gnaro e lui: “Ma figurati se non riconoscerei il fiume che ho rilevato!”, ribatte quasi scocciato. Bah? Sarà,ma la cosa, bussola alla mano, comincia a puzzarmi…
Mi metto a correre per qualche centinaio di metri fino a quando mi pare di riconoscere il punto più lontano che avevo raggiunto il primo giorno entrando da Ludi Bito. Appena dopo un passaggio obbligato è la prova inconfutabile di essere nel ramo principale del nostro sistema: non vi dico i complimentoni che ho dedicato a Guido e Claudio, degradati con disonore a semplici zoombies… I due increduli, frustrati e frustati quanto basta, decidono di sacrificarsi per esplorare un rametto nella zona dell’ingresso alto effettuando così la prima traversata del complesso. Sceso a valle da solo stessa scena patetica con Frizzi che rischia il linciaggio da parte degli altri tre compagni abbracciato ad una medusa e in fronte la scritta “sono un coglione”… Passerà il resto della giornata come uomo flash a perdere.
A questo punto la credibilità dei Kopico (il 3 in 1 solubile filippino con zucchero, caffè e cremer), già fratelli Abbagnale, viene messa seriamente in discussione: ma cosa si sono calati per non riconoscere 1 chilometro di grotta esplorata da loro stessi due giorni prima?

La cosa più incredibile comunque doveva ancora accadere: Guido cerca il bis da carenza di fosforo non ricordando le mie dritte per raggiungere il rametto ventoso. Indica erroneamente a Claudio un passaggino basso sotto due belle colate di una grande galleria. Solo 70 metri di meandrino poi il buio: è il fiume, ancora il fiume! Il gnaro nuota per 200 metri a valle, 500 a monte dove continua: evidentemente è sbucato oltre il sifone a monte! La paura di altre gaffe gli suggerisce comunque di nuotarvi attorno scongiurando altre suggestioni.
Usciti da ingressi diversi, a merenda ci ritroviamo tutti alla capanna di Lando a Panayoran a mangiar ananas e a bere noci di cocco: “Ma è possibile che sia tutto solo un caso?”, ripete guido scoprendo di avere la febbre e non solo brividi.
Domani l’ultima punta, le ultime forze. Prima di partire e di buttare tutto nei ricordi di una speleologia irripetibile.
Ciao a tutti,
Pota


Acqua alla bombola prima di Camparina Cave


Appena a monte della giunzione con Camparina Cave


Ecco cosa hanno mangiato gli Abbagnale per non riconoscere la grotta


Galleria principale


Lungo il collettore


Meandro in Camparina Cave


Poco prima del sifone

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