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Ibingan di giornata

Mabini, 15 aprile 2025

Ieri, miracolosamente, abbiamo programmato con la nostra guida Romolo l’uscita di questa giornata, chiedendogli e invitandolo ad entrare con noi in grotta e dicendogli di non portare il machete con sé.
Una giornata che parte decisamente più lentamente rispetto agli altri giorni: l’orario di partenza è alle 9 e non alle 8 come tutti gli altri giorni. L’obiettivo? Fare quella traversata che il maltempo di due anni fa ci aveva precluso (a meno che non si volesse fare la fine dei topolini…) e finire di topografe alcuni rami non esplorati.
Siamo pronti, così, ad andare all’ingresso alto di Bugasan Cave… quella Bugasan Cave che è stata la mia prima grotta tropicale. Ripercorrere gli stessi sentieri di due anni fa, rivedere quell’ingresso così grande e maestoso è suggestivo, mi fa ripensare a tutte le emozioni vissute in quella spedizione passata, dove abbiamo trovato un’enorme grotta inaspettatamente.
Ci prepariamo e attrezziamo Romolo con un giubbotto salvagente e il casco di Guido (che non ci accompagnerà perché oggi deve portare il report che ha realizzato per la municipalità di Basey), gli prendiamo il cappellino della Camp che gli avevamo regalato due anni fa e le foglie della noce di Betel, ma non molla il suo machete, quello è rigorosamente legato alla sua cintura. Noi siamo vestiti con muta, scarpe, calzari; lui, al posto dei soliti stivali, ha dei sandaletti, ci aspettavamo che entrasse con questi in grotta e, invece, ci sorprende tutti entra a piedi scalzi e così farà tutta la grotta!
Iniziamo la traversata e appena superato il ramo che avevo esplorato e tale rimarrà, arriviamo all’arrampicata che ci eravamo prefissati di fare oggi. Saliamo tutti, Matteo va per primo e lo aspettiamo, torna indietro e ci dice: “ragazzi bisogna rilevare, però dopo i passaggi in acqua c’è un bell’ibingan che ci aspetta”. Ecco… a me sale già l’ansia, voglio mantenere il “record” di 4 serpenti visti in spedizione e non ho proprio voglia di dire CIAO al cobra nero delle filippine.
Romolo viene con noi e quando arrivo io nella fantomatica zona ibingan vedo i ragazzi che con una pietra alla mano mandano al creatore un serpente più lungo di me!! Mi dispiace per la povera bestia ma meglio lui di me… arriviamo ad un altro ingresso che è a monte del nostro ingresso alto: ci vengono dei dubbi, forse è una delle grotte che Matiaz ed io avevamo rilevato e alla fine è proprio quella: River Cave 2 SX!
Abbiamo fatto un’altra giunzione e possiamo topografare la parte mancante. Molto probabilmente due anni fa non sarebbe stato possibile: l’acqua ad aprile è decisamente meno rispetto che a marzo e alcuni passaggi che abbiamo fatto oggi erano dei duck (passaggi semi-sifonanti).
Torniamo indietro e prima di riprendere la traversata, ci addentriamo nel Ramo Ibingan, chiamato così due anni fa per un preciso motivo… appena passiamo, vedo subito Nadir alle prese con una noce di cocco per allontanare un altro di quei serpentacci che va in acqua ma non nella nostra direzione. Qui arriviamo all’inizio di un affluente che era rimasto con un punto di domanda per andare ad esplorarlo e topografarlo. Altri metri che si aggiungono alla cara Bugasan Cave.
Finito questo, riprendiamo la traversata e, appena usciti dal fantomatico Ramo, dopo aver fatto a nuoto un lago di 70 metri, vediamo Pota e Nadir dirci di salire da un determinato punto e non sull’altra roccia emergente. Qui la sorpresa: il terzo ibingan della giornata, ancora più grosso e lungo dei precedenti (a questo punto dubito fortemente che in questa spedizione rimarrò a quota 4 serpenti… Che sfiga!!).
Continuiamo la traversata e le emozioni sono immense quando rivedo il salone Games of Thrones, la galleria da cui eravamo entrati per la prima volta nel collettore, il lago dove avevamo fatto la prima misura con il disto (non si dimentica una laserata di 70 metri quando sei abituata ai piccoli metri di Cariadeghe). Arriviamo al famoso passaggio “mortale” pieno di tronchi più grandi di noi, gli altri sono avanti, Lillo e Claudio si erano attardati con me per fare alcune fotografie e Claudio, nonostante si senta superman spostando i tronchi e aprendoci un’autostrada, non può che esclamare “Che póst de merda!!!” non appena vede dove dobbiamo passare.
Ci arrampichiamo per il famoso duck che due anni fa si chiuse per farci trovare un’altra via e arriviamo ai laghi finali per finire così la nostra traversata che ci porta alla sorgente di Bugasan Cave.
Chiediamo a Romolo se c’è un sentiero da poter prendere ma ci indica il fiume e così per 500 metri continuiamo la nostra nuotata fino ad arrivare alla riva designata da un sentiero e in meno di mezz’ora
siamo al villaggio.
Che sogno realizzato! Due anni fa era stato fantastico poter trovare una grotta come questa, riuscire a fare le diverse giunzioni e capire che avevamo esplorato una grotta con un ingresso e un’uscita transitabile dall’uomo e, ora, c’è stata la cosiddetta ciliegina sulla torta: fare la traversata portando anche Romolo con noi! Così da fargli vedere come “xe tutto collegà”! Dopo la giornata di oggi, con la giunzione con la grotta River Cave 2 SX (con il suo sviluppo di 400 metri) e il nuovo ramo da 200 metri, il Bugasan Cave System raggiunge i 6,5 km di sviluppo!

Teresa/Peppa

l’ingresso a Bugasan con al centro la nostra guida Romolo

tronchi incastrati

il ramo da esplorare oggi: quello con “sorpresa”

il serpente lungo circa 1.80 metri

scorci suggestivi del nuovo ramo esplorato

la nostra guida Romolo a piedi scalzi su quella che è pura roccia tagliente

dal ramo esplorato al collettore principale

un bellissimo scorcio del collettore principale

uno dei tanti tratti a nuoto

verso l’altro ramo da esplorare e rilevare

uno dei tanti laghi di Bugasan Cave System

il duck che due anni fa si chiuse

i grandi saloni del collettore principale

l’uscita alla sorgente

i due ingressi della sorgente di Bugasan

i 500 mt a nuoto nel Bugasan

finalmente l’uscita dal fiume

dove ci laviamo e laviamo i nostri panni da quando siamo qui

la nostra meritata cena: riso (con salsa di soia), pollo fritto e chayote… e per bere? Ovviamente una San Miguel


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