Con l’idea di verificare il versante Nord/Est dell’Altopiano di Cariadeghe, caratterizzato dal calcare di Zu, durante il mese di gennaio abbiamo battuto la zona a Nord del Bus del Budrio. Tale località non è di facile indagine poiché antropizzata e privatizzata. Quasi costretti a muoverci oltre la cresta, camminando sul ripido versante, sabato 22.01 localizziamo la casetta di captazione della fonte Luana per poi dirigerci verso il Monte Fontanelle. Troviamo alcuni ingressi alitanti tra cui uno molto promettente, ma dal quale fuoriesce un ripugnante “odore di selvatico”. Probabile tana di qualche animale, lo battezziamo “Puzzocaldo”. Torniamo mercoledì 02.02 come ultima tappa di posa data logger, per un monitoraggio di alcune cavità tra la zona a Ovest della Boca del Zuf e Monte Olivo; L’intenzione è quella di verificare se esistono differenze termiche tra grotte che si sviluppano nel Calcare di Zu (Triassico) e quelle nella Corna (Giurassico).
Eliminato lo strato di foglie la volta precedente, l’ingresso puzza di meno, sicché entriamo senza indugi a dare un’occhiata. Dopo il primo metro l’ambiente si fa subito comodo e, dopo un saltino, ci sono 3 prosecuzioni orizzontali nella stessa direzione su tre livelli. Tutte le vie sembrano proseguire dopo brevi strettoie facili da lavorare. Non avendo attrezzi (neanche la tuta), posiamo i data logger e rileviamo le diramazioni per già interessanti 35m e -12m di profondità. Domenica 6 si aggiunge alla coppia Max-Vicky, Nicolò che si butta subito nel passaggio più alto. Dopo una decina di metri la prosecuzione ritorna nella diramazione intermedia oltre la strettoia, nel frattempo passata da Max, ma da lì non si prosegue. Mentre io e Max rileviamo, Nicolò passa la strettoia in basso e urla che la grotta continua! Oltre, il soffitto si fa più alto e il pavimento a massi incastrati tra le pareti, a tratti sprofonda restringendosi. Progrediamo semiorizzontalmente in frattura con pareti larghe un metro leggermente oblique. Dopo breve arrampicata proseguiamo ancora fino ad arrivare a un intaso di blocchi. Scaviamo un’oretta un passaggio stretto lungo circa 4m per poi riuscire a sbucare nell’ultimo ambiente riccamente concrezionato… Troppo concrezionato! Proviamo a infilarci nell’unico sfondamento percorribile, ma le colate calcidiche invadono le pareti e lo spazio si riduce sempre più. Nicolò però nota un piccolo spiraglio dal quale proviene molta aria. Già ben soddisfatti, rientriamo rilevando e controllando bene tutti i punti sia in alto sia in basso. Domenica 13 ritorniamo ad allargare la fessura sul fondo e, al trio della volta precedente, si aggiunge Nicotin. Addolciamo l’ultima strettoia e lavoriamo alla fessura. Appena si riesce a guardarci dentro, si vede una verticale di 4m ma è stretta; anche l’esito del sasso non ci dà molte speranze. Retro front con qualche scatto fotografico alle belle concrezioni, ai carabidi e ai fossili incastonati qua e là nella roccia. La grotta, impostata su movimento tettonico, non presenta pareti lavorate dall’acqua e corre in direzione Est seguendo inaspettatamente la linea di cresta. Sviluppo 190 m, profondità -23, estensione 80m.
Vicky