3 Maggio
Ed eccoci qui, alla fine delle nostre esplorazioni… ma non sarà ancora la fine delle nostre avventure, visto che dovremo affrontare il viaggio in pullman da Gandara a Manila, compreso un tratto col traghetto. Ci aspettano 800 km e, se tutto andrà bene, 24 ore di pullman no stop. Un doveroso e fraterno saluto alla famiglia Calagos ed al villaggio di Barruz con i suoi abitanti, adulti e bambini, e le sue guide locali.
Dopo circa un’ora e mezza di tricycle (con la solita pioggia che ci “asseconda” per un bel tratto di strada) ci troviamo al terminal di Gandara x prendere il bus verso Manila.
Addocchiatone uno decente, almeno sembrerebbe… contrattiamo il prezzo, 2000 Piso, forse tantino… però va bè… carichiamo e via che si parte!
Come saliamo, subito la prima botta: un freddo polare! Causa climatizzatore a manetta, più di 35 gradi fuori, sicuramente meno di 17 dentro. Quindi, felpa… copertina ciulata sul volo Air China, kway, chi usa la tenda del Bus a mo’ di copertina, chi la usa per chiudere i bocchettoni del climatizzatore, nastro telato x chiudere le bocchetta dell’aria.. Brufen e tachipirina per alcuni di noi un po’ influenzati, residui dei viaggi dei gg precedenti, di rientro sulle moto, tutti bagnati dal sudore, acqua delle grotte e dalle piogge.
Il controllore, dopo averci fatto scrivere i nostri nomi su un pezzo di carta, prepara i biglietti e ce li porta.
Strano però.. che la cifra pagata di 2000 P, sul biglietto sia diventata magicamente 1500!
Oggi un bel arrotondamento di stipendio per controllori e conducente… va beh, che passi, tutto il mondo è paese.
Ma non finisce qui, dopo un paio di orette di viaggio ci dicono che dobbiamo altri soldi x i nostri grossi bagagli. Altri 2000 P!
Beh, a ste punto si innesca una discussione tutt’altro che amichevole sulle cifre pagate, rispetto alle documentate.
Un po’ si… ma così è troppo!
“We are not ITALIAN STUPID!!”
Come al solito ci accompagna la pioggia a volte proprio torrenziale.
Le buche sulla carreggiata sono spesso profonde (anche 30 cm e più..) e solitamente mai segnalate.
A tratti c’è il cartello Slow Down, che segnala la mancanza di un tratto di strada perché è in ricostruzione ed il nostro bus a volte ci entra con metodo diversamente garbato…
Se poi aggiungiamo la guida del conducente, con acceleratore e freno ad intermittenza anche sui tratti rettilinei… beh, abbiamo un buon quadro del viaggio intrapreso!
Finalmente dopo circa 3 ore arriviamo al traghetto, che tra file varie e piccole tasse poco comprensibili, riusciamo a far filare via in maniera decente.
Durante la traversata, poco meno di un paio d’ore, sì ammazza il tempo: chi dorme , chi fotografa, chi (io) curiosa qua e là il traghetto notando che sembra sia carente delle classiche scialuppe di salvataggio… pare siano state sostituite con una serie di pannelli galleggianti… alquanto sinistri!
Ma da buon membro della squadra Abbagnale, avevo già notato che ogni posto a sedere ha il suo bel giubbotto salvagente, sperando che la sua struttura non sia diventata come il pane raffermo! Scesi dal traghetto, risaliamo sul bus e riprendiamo il viaggio verso Manila.
Gran parte del tragitto si sviluppa sulle coste, ma anche nei tratti più interni i paesaggi, panorami ed i vari scorci sono davvero emozionanti ed unici, anche per chi come me ne ha già visti un po’. Purtroppo si incontrano anche resti di incidenti, camion, bus, auto nei quali dubito fortemente conseguenze non mortali.
Durante il viaggio qualche breve e rara sosta per necessità varie. Anche le ore notturne passano, con annesse shakerate, causa il manto stradale tutt’altro che “curato” e stile di guida del conducente. Ad ogni modo, arriviamo a Manila dopo un singolare e consigliatissimo viaggio di 25 ore e mezza!
Se vi capiterà… Provatelo perché merita, è un’avventurosa esperienza!
A presto!
Claudio