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I milanesi in Rana

Domenica 24 giugno il GGB ha organizzato l’annuale escursione al Buso della Rana, nel comune di Monte Malo (VI), e noi, un gruppo di milanesi neofiti ma molto curiosi, abbiamo deciso di addentrarci in questa avventura speleologica.
Se vi dovessimo raccontare la nostra esperienza dal punto di vista pratico, vi diremmo che ci siamo vestiti con tute da meccanico, abiti usurati, imbrago e attrezzature fornite dal GGB e siamo entrati nella grotta per rimanerci la maggior parte della giornata. Sotto l’occhio attento delle guide, abbiamo camminato per chilometri a testa bassa, controllato ogni passo sul terreno accidentato o nell’acqua fangosa dove eravamo immersi, superato crolli e meandri allagati, sfiorato spesso il soffitto con il caschetto.
«Chi diavolo ve l’ha fatto fare? Se volevate fare un’escursione non potevate andare sulla montagna invece che dentro?» eppure tutti noi non vediamo l’ora di ripetere l’esperienza, perché la sintesi scarna di qualche riga qui sopra non fa lontanamente giustizia a tutto ciò che abbiamo provato.
Il viaggio fisico che si fa all’interno della nostra Terra corrisponde ad un’esplorazione personale: scoprire come superare i propri limiti, ritornare all’infanzia nel trovarsi coperti di fango, sentire crescere un ritrovato amore e rispetto verso il nostro pianeta. Ognuno di noi ha vissuto l’esperienza in modo diverso ma tutti noi l’abbiamo trovata profonda e stimolante, come ci racconta Linda: «Nessuno può essere realmente preparato la prima volta che si addentra in una grotta priva di ponteggi, camminamenti prestabiliti e riflettori. L’emozione comincia già quando ci si deve infilare l’imbragatura: moschettoni, corde e strumenti del mestiere già fanno presagire il brivido di un pomeriggio avventuroso. Per me l’esperienza è stata probabilmente una delle più belle della mia vita e sono più che certa che non sarà l’ultima di questo tipo. Dopo essermi infilata nel Buso mi sono innamorata della speleologia! Un lato splendido di questa esperienza è l’idea di poter superare i propri limiti; da fifona che sono, non avrei mai immaginato di trovarmi a fare una ferrata sospesa su un pozzo d’acqua di 5m!
Una volta superati questi tratti che sembrano pericolosissimi la soddisfazione è alle stelle.
Mano, mano che si entra nelle viscere della Terra, la sensazione è quella di un abbraccio lungo ere geologiche. Poter scoprire segreti meandri, osservare da vicino uno specchio di faglia, capire (grazie alle impeccabili spiegazioni del Mauri) l’operato dell’acqua nella formazione di quelle rocce così imponenti mette veramente in contatto l’uomo con la sua Terra. Un viaggio dentro una grotta è un viaggio nel tempo, è riconoscere in quelle spaccature e in quei cunicoli la culla che ha permesso la nascita della nostra stessa vita, ed io, da romantica che sono, non sono potuta rimanere immune a quell’incanto scolpito nella roccia».
Più di una giornata diversa dal solito, bensì un’occasione unica per conoscere e superare i propri limiti fisici e le proprie paure in un ambiente nuovo, quasi alieno per noi, spesso distratti, abitanti della superficie.
Un’esperienza riservata ai soli speleologi: percorrere un corso d’acqua seguendolo lungo il suo antichissimo letto sotterraneo. «Non avevo mai affrontato prima d’ora una grotta bagnata e il pensiero di passare la giornata con i piedi a mollo, per poi finire pucciato fino in vita dall’acqua gelida percorrendo un meandro secondario appena prima dell’uscita non è stato uno dei più rassicuranti prima della partenza.» fa notare Marco, principiante con già alle spalle alcune escursioni con il GGB. «Tutte le preoccupazioni però svaniscono in un attimo, appena ci si ritrova circondati da un’atmosfera goliardica e piena di energia che caratterizza ogni uscita con il GGB. Animato dallo spirito d’avventura e dalla curiosità, mi sono lasciato guidare attraverso i primi passaggi tecnici della grotta osservando avidamente la bellezza del laghetto di Caronte. Proseguendo l’avventura ci si confronta con l’inevitabile realtà del dover entrare nell’acqua gelida ed una volta superato questo scoglio psicologico ci si avventura lungo un meraviglioso meandro altissimo sul cui fondo l’acqua sta attivamente scavando delle marmitte. Ovunque ci si giri c’è qualcosa di interessante che aspetta solo di essere illuminato. La parte più entusiasmante di questo viaggio all’interno della terra è sulla via del ritorno, attraverso un passaggio secondario in cui ci si infila strisciando tra i vari massi crollati dal soffitto in un labirinto di vie che conducono tutte verso dei meandri allagati dalle pareti estremamente lavorate dall’acqua.».
«La cosa che più mi ha sconvolto – osserva Corrado – è constatare che queste piccole concrezioni hanno continuato a crescere incessanti e indifferenti alle vicende umane per migliaia di anni. Questo pensiero mi ha fatto letteralmente venire i brividi quando ci ho ripensato durante la pausa pranzo: stiamo veramente mangiando panini in una sala millenaria, ridendo e facendo battute come se niente fosse? Sono sensazioni davvero nuove quelle si provano là sotto. Altre invece sono riscoperte: quando sulla via del ritorno ci siamo ritrovati a discendere un pendio fangoso, come fosse un parco giochi acquatico, ho avuto vivida la stessa spensieratezza di quando ero bambino e correvo ed esploravo solo per il gusto di farlo, per il mio divertimento, senza riflettere troppo sul motivo».
La sicurezza percepita e la spensieratezza non sarebbero state possibili senza la capacità del GGB di far sentire chiunque a proprio agio e in un ambiente familiare.
«Bisogna senza dubbio ringraziare il Gruppo Grotte Brescia» suggerisce Linda, e noi tutti concordiamo con lei. «Le persone che ne fanno parte, oltre ad essere estremamente competenti, formano un gruppo preparato, allegro e disponibile, creando un clima quasi familiare all’interno di un branco di sconosciuti che si preparano ad affrontare qualcosa di completamente nuovo. Inoltre, cosa da non sottovalutare, hanno il tatto e la capacità di capire quando una persona si trova realmente in difficoltà, perché la maggior parte delle volte noi avventori occasionali facciamo solo delle gran lagne. Quindi un grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno accompagnato! La vostra presenza ha dato un tocco in più a un’esperienza già di per sé magica! L’avventura al Buso è durata una giornata intera, ma è sembrato di esserci stati dentro solo poche ore! Non ci sono stati momenti in cui non ci fosse qualcosa da osservare, fare, o qualche motivo per cui non salisse l’adrenalina».
Ciò che ci è rimasto di questa esperienza va ben oltre i fatti oggettivi. Ognuno di noi, con le proprie percezioni, aspettative e paure, ha portato a casa un ricordo indelebile di questa avventura.

Alla prossima,
“i Milanesi” Linda, Marco, Corrado, Andrea, Luca, Valeria, Davide

foto di gruppo all'ingresso

Andrea e valeria con la faccia da concrezione

la via del ritorno: all'inizio del Ramo Morto

Valeria e Davide nel Ramo dell'Argilla

Linda, Luca e Corrado nel Ramo delle Marmitte

Linda e Corrado

Valeria e Corrado bagnati ma soddisfatti


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